Legge su Consultori, Non una di Meno: Inaccettabile proposta di modifica avanzata da Pietrucci

18 Aprile 2017   10:59  

Inaccettabile per modalità e contenuti la proposta di modifica della Legge sui Consultori avanzata dal presidente della Commissione Ambiente, Territorio, Infrastrutture, Pietrucci.

A dir poco bizzarra l’auto attribuzione di competenze da parte del proponente in materia di Sanità.

Si continuano a tagliare fondi ai Consultori pubblici in favore di quelli privati (cattolici).

Sparisce dal testo di legge “la tutela della salute della donna”, finalità primaria della normativa nazionale.

La Rete NonUnadiMeno Pescara, riferimento locale dell’omonimo neo-movimento femminista internazionale che ha promosso lo scorso 8 marzo il primo sciopero mondiale delle donne dal lavoro produttivo e di cura, interviene sulla proposta di modifica della Legge sui Consultori inviando una lettera aperta a tutti i consiglieri regionali e agli assessori Marinella Sclocco e Silvio Paolucci (Politiche Sociali e Sanità).

Siamo venute casualmente a conoscenza di una proposta di modifica della Legge regionale n. 21 del 26/04/1978: “Istituzione del servizio per l'assistenza alla famiglia, all'infanzia, alla maternità e paternità responsabili”, di iniziativa del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci , già presidente della Seconda Commissione Ambiente, Territorio e Infrastrutture, che ha ufficialmente aperto un tavolo di discussione della legge convocando l'assessora Marinella Sclocco, operatori di Consultori privati ( tutti referenti di associazioni cattoliche) e operatori dei Consultori pubblici invitandoli ad esprimere un parere in merito entro un mese di tempo.

Una prima notazione di tipo formale, ma in questo caso la forma è sostanza, ci porta ad esprimere sconcerto per la bizzarra auto attribuzione di competenze da parte del Presidente della Commissione Ambiente, che dovrebbe occuparsi di tutt'altro, e in una materia estremamente delicata che riguarda la salute delle cittadine e dei cittadini di questa regione. Ci piacerebbe quindi sapere cosa ha spinto Pietrucci ad assumersi tale gravosa responsabilità.

In secondo luogo, riteniamo che qualunque tavolo si apra su una materia sensibile come questa debba vedere una ben più ampia e laica partecipazione (al primo incontro non sono stati invitati neanche i sindacati).

Nel merito della proposta, rileviamo come sia del tutto scomparsa una delle finalità pregnanti della legge che con questo testo si vorrebbe abrogare, cioè "la tutela della salute della donna" in tutte le sue manifestazioni, che rappresenta tutt'ora uno dei pilastri della normativa nazionale vigente di cui la legge regionale è una applicazione.

Se è vero che le problematiche connesse alla salute della donna e dei singoli e quelle relative alla procreazione si sono nel tempo fatte più complesse, riteniamo che tale complessità vada affrontata con maggiori risorse economiche, con una più puntuale assegnazione di figure professionali adeguate ai Consultori, anche in base alla accresciuta popolazione, con un ridisegno delle competenze nei diversi livelli di assistenza, e soprattutto con l'assicurazione del rispetto di tutte le leggi vigenti.

A tale proposito ci sembra del tutto ingiustificato l'aumento di risorse destinate ai consultori privati insieme alla cancellazione delle risorse per l'aggiornamento del personale. Emerge a nostro avviso un disegno di depotenziamento delle funzioni di assistenza ai percorsi di procreazione responsabile in tutte le sue forme, nel rispetto della autodeterminazione delle donne, che, se unito allo smantellamento di molti servizi ospedalieri della interruzione volontaria di gravidanza, ci preoccupa non poco e ci fa dubitare fortemente del carattere laico che i servizi pubblici devono garantire a tutte e tutti. “


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