Lo strazio di Fetah Selmanaj: "Mia madre e mia sorella potevano essere salvate, nessuno si è mosso"

18 Ottobre 2013   10:22  

Non si dà pace, e non può farlo. E' suo padre il carnefice, l'autore dell'atroce duplice omicidio di sua mamma e sua sorella: Fatime e Senade Selmanaj.

Lo strazio è assoluto per Fetah Selmanaj, fratello venticinquenne della bella Senade ,che ieri pomeriggio è rimasto per ore davanti all’obitorio mentre a sua madre e sua sorella facevano l’autopsia all’obitorio dell’ospedale di Avezzano.

“Nostro padre ci perseguitava da anni. Era diventato un incubo e sapevamo di che cosa fosse capace”. Fetah racconta a Il Centro la sua storia, prima negli anni in cui viveva in Kosovo e poi dall’arrivo in Italia, nel 1999. Fetah tra dieci giorni avrebbe vissuto giorni felicissimi, doveva sposarsi. E la gioia è ora lutto.

“Mia madre e mia sorella potevano essere salvate da quell’uomo -denuncia Fetah- ma nessuno si è mosso. Lo avevamo allontanato dalla famiglia perché non lo volevamo. Senza che ci fosse bisogno di denunce e senza circostanze violente. Ma lui non ne ha mai voluto sapere”.

Quando parla di sua madre Fatime piange: “Mia madre era una grande lavoratrice e faceva tutto per noi”.

C'è anche Jasmine, la sorella maggiore. Anche le le colleghe di Fatime e Senade della Coltor di Ortucchio l'hanno raggiunta nella sua abitazione.

“Non ce l’abbiamo fatta a lavorare, volevamo esprimere la nostra vicinanza a questi ragazzi così cari -racconta Elena Tonelli, responsabile di produzione della Coltor- Jasmine è disperata e non si dà pace. “Non è bastato quello che mi ha fatto” ha detto ai colleghi della mamma, “adesso mi ha anche portato via mia madre e mia sorella”.

“Le abbiamo anche messe in guardia più di una volta. L’ultima occasione un paio di giorni fa -racconta la Tonelli- E Fatime aveva risposto: “È predisposto l’allontanamento, lui non ci può avvicinare”.


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