Marijuana, sentenza pilota al tribunale di Teramo: é lecito coltivare piante per uso personale

21 Ottobre 2013   12:16  

Una sentenza che forse non "farà giurisprudenza" nell'accezione esatta della frase, ma senza dubbio crea un precedente di non poco conto, quella presa da un giudice del Tribunale di Teramo.

Il magistrato Roberto Veneziano, infatti, ha tracciato un solco netto, il primo del suo genere, tra lo spaccio e l'uso personale di sostanze stupefacenti, rifacendosi al referendum abrogativo della legge Jervolino-Vassalli, da sempre strenuamente sostenuta da un altro teramano doc, il leader del partito Radicale Marco Pannella, e stabilendo che "coltivare una pianta marijuana in casa non é reato".

Come si può leggere nelle 8 pagine di motivazioni, "il diverso disvalore della condotta del tossicodipendente che detiene sostanze stupefacenti solo per uso personale, con la concorrente esigenza di tenere conto del particolare stato individuale del medesimo ed in funzione delle aspettative che la collettività ripone nel recupero della sua salute psicofisica, rendono non penalmente sanzionabile il comportamento".

Il caso riguardava, nello specifico, un 50enne teramano che, sul balcone della propria abitazione, aveva una pianta di cannabis tra le altre piante, e si era visto quindi destinatario di una perquisizione da parte dei carabinieri, cui l'uomo aveva detto fin da principio di non spacciare l'erba, ma limitarsi a consumarla.

L'iter giudiziario, poi, ha trovato nel giudice Veneziano un magistrato disposto a riconoscere la validità di tale tesi ed a pronunciare un'autentica "sentenza pilota", a fronte della richiesta di pena di un anno e 8 mesi di reclusione (più 2.000 euro di multa) presentata dal pm.


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