"Marilyn", la donna dietro la diva

La recensione del film

09 Giugno 2012   09:25  

Regia: Simon Curtis

Cast: Michelle Williams, Eddie Redmayne, Julia Ormond, Kenneth Branagh, Pip Torrens

Genere: Biografico

Durata: 99 minuti

Voto: OO 1/2


Biopic drammatico sulla vita di Marilyn Monroe, basato sul diario di Colin Clark, assistente di Sir Laurence Olivier: si racconta del periodo trascorso da Marilyn in Inghilterra, per girare Il principe e la ballerina, e del fascino che la diva esercitò sul ragazzo, incaricato di portarla in giro per Londra durante la lavorazione del film.


Tratto dalle memorie del regista/scrittore Colin Clark, "Marylin" è un accurato ritratto della diva che ha fatto impazzire il mondo più che il cinema e il maldestro tentativo di disegnare una donna ingoiata da un (brutto) sogno hollywoodiano, fatto di personaggi finti, incapaci di togliersi la maschera anche una volta usciti dal set. Un film che svela il trucco dietro la magia di un ambiente dorato, visto con gli occhi (apertissimi) di un sognatore coi piedi ben saldi a terra, unico esempio di umanità capace di attrarre la mente e il cuore della star cinematografica per eccellenza.


Proprio nell'incontro (mai scontro) tra il giovane e la consumata diva, tra chi vede il cinema come un sogno e chi lo vive come un incubo, sta la caratteristica più interessante della pellicola, dove Michelle Williams/Marylin è brava ma non mette in ombra gli altri, parimenti validissimi, interpreti. Ottima la fotografia di Ben Smithard che sottolinea perfettamente l'aurea atmosfera di cui il mondo del cinema sembrava attorniato all'epoca.

 Le dolenti note arrivano da una sceneggiatura che nei primi minuti sembra solidissima per poi sgretolarsi sotto i colpi dell'ovvietà e del già raccontato. Dopo un inzio incoraggiante, "Marilyn" si trasforma in una noiosa storia d'amore alla "Notting Hill", con tanto di citazione in cui la protagonista dichiara al giovane spasimante di essere soltanto "Una donna che chiede di essere amata". Una caduta di stile inaspettatta, un' evitabilissima caduta nel mieloso capace (incredibile ma vero) di rovinare quanto di buono si era visto fino a poco prima. 


Si potrebbe, forse con più di un pizzico di cattiveria, sostenere che il difetto principale di questo film sia proprio quello di essere cucito attorno a Michelle Williams. Il regista è infatti riuscito a metterne perfettamente in risalto la bellezza e somiglianza con la Monroe ma, evidentemente troppo attratto da questo aspetto, si è distratto nel momento di toglierle il trucco. La fragilità della donna è infatti annacquata nella storia d'amore che, forse, andava messa in un cantuccio. Il rischio, del resto, era quello di partorire un film maestoso ma vacuo. Così è stato.

Francesco G. Balzano

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