Martiri Colle Pineta, cerimonia al Cippo, il discorso del sindaco

12 Febbraio 2015   12:11  

Cerimonia di commemorazione delle vittime della strage di Colle Pineta, presso il cippo in memoria dei fatti e degli uomini che persero la vita l'11 febbraio del 1944. 

"L'11 febbraio del 1944, 71 anni fa, davanti al cippo di Colle Pineta - ha ricordato il sindaco di Pescara Marco Alessandrini nel suo discorso - 9 partigiani sono stati fucilati dai nazifascisti.

La sentenza, emessa da un tribunale tedesco, in origine riservo' per tutti l'impiccagione; dopo l'intervento dell'Arcivescovo e del Podesta' di Chieti, la sentenza fu, bonta' loro, commutata in fucilazione.

Ancora una volta non si dimenticano una data e un luogo simbolo: quell'11 febbraio e la scuola di Colle Pineta che oggi sorge nel luogo della fucilazione.

La vita non e' quella che si e' vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla scriveva uno scrittore come Gabriel Garcia Marquez qualche tempo fa. Vivere per ricordare. Ricordare per raccontare. Questa - ha detto il primo cittadino - e' la memoria che da' la vita a tutto cio' che abbiamo vissuto.

E questa e' anche la ragione per cui la nostra Amministrazione ha fatto della memoria un suo speciale percorso, capace di restituire alla comunita' pezzi del passato su cui il presente si fonda, senza sottacere fatti o eventi particolari, senza mutarne il senso storico e umano, ma dando a tutti occasione per ricordare.

Lo abbiamo fatto con i bombardamenti della citta', pensando alle vittime, poi con la Giornata della Memoria, con le Foibe, lo faremo ogni volta che ci sara' qualcosa da ricordare, in grado di farci crescere come persone in una comunita' sensibile. 
 

Questo cippo - ha quini osservato Alessanrini - e' un luogo prezioso, com'e' preziosa la scuola dove la memoria viene da sempre coltivata. L'ho visitata qualche giorno fa, salutando i ragazzi durante le lezioni, entrando nelle loro aule intitolate ai partigiani uccisi, toccando con mano un lavoro concreto perche' da luogo di morte ingiusta e dolorosa, diventasse un luogo della liberta' che oggi respiriamo con le nostre vite.

Quella liberta' che i 9 morti che qui ricordiamo, insieme al sacrificio dei nostri padri e nonni hanno contribuito a costruire, spesso senza nemmeno sapere se l'avrebbero potuta ricordare e vivere. Questo esercizio oggi tocca a noi.

E' l'esercizio della memoria, quello che rende un essere umano diverso da un vegetale e che ci riporta ai fatti come accaddero, come li raccontano coloro che ne furono parte. 

Ed e' un esercizio che portera' questo luogo in un Atlante delle stragi nazifasciste dell'Italia dal '43 al '45, a cui sta lavorando l'Anpi di Pescara, tassello di una grande ricerca che vuol censire tutti gli episodi di uccisioni di civili inermi avvenute in Italia ad opera dei tedeschi e anche degli italiani. Sara' presentato fra qualche mese a Roma - ha quindi annunciato il sindaco - e forse l'Abruzzo sara' uno dei casi di studio.

Per ora resta la perdita di 9 uomini che ebbero l'unica colpa di rappresentare con le loro vite gli ideali per cui avevano un tempo combattuto".


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