Mascia: "Orgoglioso di aver portato la torcia per la delocalizzazione del cementificio"

14 Ottobre 2012   09:07  

Manifestazione riuscita e bipartizan quella svolta ieri sera a pescara, un fiume di torce infuocate ha acceso e scaldato i cuori dei pescaresi che, nonostante il tempo pessimo, hanno partecipato alla fiaccolata per delocalizzare il cementificio di via Raiale.

Associazioni, ambientalisti, politici, enti, e liberi cittadini tutti uniti sotto l'unica bandiera del rispetto per l'ambiente e la salute pubblica.

Entusiasta il sindaco della Città di Pescara Luigi Albore Mascia che nel suo comunicato, che riportiamo di seguito, parla di profondo orgoglio per i suoi concittadini nel portare avanti una battaglia di civiltà.

IL COMUNICATO

“Sono orgoglioso di aver partecipato oggi con la fascia tricolore a una manifestazione per la città che ha coinvolto tutto il territorio, superando le barriere e gli steccati della politica, unendo forse per la prima volta nella storia partiti, cittadini e Associazioni, tutti uniti a chiedere la delocalizzazione del cementificio dal centro cittadino.

La nostra non è una battaglia né un atto di ostilità nei confronti di un’azienda, ma piuttosto è la manifestazione di un’esigenza ormai non più procrastinabile, è la testimonianza chiara che oggi uno stabilimento del genere non può più convivere con la città stessa”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che oggi ha preso parte alla fiaccolata promossa dall’amministrazione comunale di Pescara con le Associazioni ambientaliste. Presenti decine di autorità, tra cui gli assessori all’Ambiente Isabella Del Trecco, che dallo scorso 4 settembre sta seguendo in prima linea la vicenda cementificio, e poi gli assessori Marcello Antonelli ed Eugenio Seccia, il vicesindaco Berardino Fiorilli e l’assessore regionale Carlo Masci, entrambi promotori e firmatari di una mozione nel 2006 in cui si chiedeva la delocalizzazione del cementificio, mozione approvata all’epoca dal Consiglio comunale, e poi rimasta lettera morta.

E ancora presenti i consiglieri regionali Lorenzo Sospiri e Maurizio Acerbo, il capogruppo comunale Pdl Armando Foschi, il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, con il capogruppo Pdl a Spoltore Marina Febo, l’assessore all’Urbanistica del Comune di San Giovanni Teatino Alessandro Ferragalli, decine di Associazioni ambientaliste tra cui Wwf, Italia Nostra, Abruzzo Social Forum, Mila Donnambiente, il Comitato No Rifiuti a Fosso Grande, Terra Nostra, e il Comitato Santa Teresa.

Ma soprattutto presenti tantissimi cittadini, dato ufficiale 460 persone in tutto che, partiti poco dopo le 18, da piazza Alessandrini, hanno sfilato lungo via Conte di Ruvo, via Tiburtina, area ex Camuzzi, via Aterno, sino a giungere, intorno alle 19.30, in via Raiale, dinanzi ai cancelli del cementificio. Tanti i cittadini in mascherina, bicicletta, ad accompagnare la passeggiata, tutti ovviamente armati di fiaccola “per accendere la luce e i riflettori su un problema che appartiene a tutta la città – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia -. Oggi tutta la mia amministrazione è presente a testimoniare la nostra attenzione nei confronti della problematica.

Storicamente la nostra maggioranza di governo è sempre stata contraria alla presenza di un cementificio in mezzo alle case e al centro urbano e la nostra battaglia per la delocalizzazione risale a vent’anni fa. Ora per la prima volta ci è stata offerta l’occasione di opporci in modo concreto e diretto e l’abbiamo fatto semplicemente esprimendo parere non favorevole al rinnovo dell’Autorizzazione AIA per il trattamento dei rifiuti non pericolosi, e anche alla modifica di quella stessa autorizzazione per consentire il trattamento dei rifiuti pericolosi. Già tre anni fa abbiamo aperto il Tavolo di confronto con la proprietà, la Sacci Spa, che sarebbe anche favorevole alla delocalizzazione perché consapevole dell’inopportunità della presenza di uno stabilimento di tale impatto sul territorio, ma ha posto il problema dei costi, che però non possono essere un ostacolo.

Poi il tavolo si è interrotto perché la Sacci Spa ha posto in cassa integrazione i 74 dipendenti, che oggi, nel frattempo, sarebbero scesi ad appena 50 unità, e pensavamo che quello potesse essere il preludio per la chiusura dello stabilimento. Poi invece è arrivata la richiesta di rinnovo dell’Aia e ci siamo mobilitati e presentati alla Conferenza dei servizi depositando una delibera di giunta ufficiale in cui ci siamo opposti a quel rinnovo.

Lo ripetiamo: non è una guerra contro un imprenditore, il nostro non è un atto di ostilità nei confronti di un’azienda, ma è una battaglia per la salute dei cittadini che non possono continuare a convivere con un cementificio in mezzo alla città, le cui polveri ricadono non solo su Pescara, ma anche su Spoltore e San Giovanni Teatino. Per ora abbiamo espresso parere non favorevole al rinnovo dell’Autorizzazione, ma ovviamente dobbiamo restare in attesa del pronunciamento degli altri Enti e della Conferenza dei Servizi. Se comunque l’autorizzazione dovesse alla fine essere rilasciata, comunque il Comune di Pescara impugnerà la decisione dinanzi al Tar. Nei giorni scorsi ho scritto una lettera personale al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi chiedendogli di occuparsi personalmente della problematica; oggi non ho avuto modo di incontrarlo, ma la presenza odierna di tanti esponenti della Regione, i consiglieri Sospiri e Acerbo, l’assessore Masci, testimonia una comunità d’intenti e di pensiero.

Oggi è una giornata storica per la città, il segno di un modo diverso di fare politica, quando si superano le barriere e gli steccati dell’ideologia per lavorare, destra e sinistra, uniti per la città e per il territorio. Ci sono io, sindaco di centro-destra, e Di Lorito, un sindaco di centro-sinistra, e soprattutto ci sono i cittadini che vedono i loro amministratori uniti in una battaglia per la salute”. A fine manifestazione, c’è stato l’intervento di cinque dipendenti del cementificio che hanno contestato l’iniziativa. “In realtà li comprendo – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia -: sono persone che stanno difendendo il proprio posto di lavoro, che hanno paura, e che oggi hanno tutta la nostra attenzione. Noi chiediamo la delocalizzazione dell’impianto, non la sua chiusura, e per tale ragione stiamo convocando un vertice con Asl, Arta, Provincia, Regione Abruzzo e la Sacci Spa, la proprietà, per verificare tutte le possibilità esistenti per attivare lo spostamento, cercando di attingere, eventualmente, anche a fondi comunitari per coprire i costi di tale operazione.

Non solo: coinvolgeremo i sindacati per attuare tutti i possibili ammortizzatori sociali esistenti, per garantire un futuro a quei padri di famiglia che hanno giustamente paura, ma è evidente che 50 o anche 70 posti di lavoro non possono diventare un’arma di ricatto a fronte della salute di 130 mila residenti a Pescara, senza considerare Spoltore e San Giovanni Teatino. Qui non si tratta di una ‘guerra tra poveri’, ma di un problema che oggi è possibile risolvere”.


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