Mascia plaude alla decisione della Consulta sul Piano di riordino delle Province

05 Luglio 2013   09:06  

“La decisione della Consulta, che ieri ha bocciato il decreto legge sul Piano di riordino delle Province, ha di fatto cancellato con un solo colpo di spugna mesi e mesi di incontri, discussioni, approfondimenti e riflessioni che il Cal Abruzzo ha portato avanti per pervenire alla migliore decisione in merito all’accorpamento delle nostre territorialità.

Un plauso va sicuramente rivolto alla politica locale che, in quel frangente, ha saputo far ottimo uso del proprio buon senso giungendo a una soluzione condivisa, senza frizioni né rigurgiti campanilistici. Ora è evidente che, in attesa che il Governo decida il percorso da intraprendere, si apre anche un nuovo capitolo in termini amministrativi, che lascia immutata l’Istituzione delle Province a partire da quella di Pescara dove è chiaro che, chi ha ben governato, come il Presidente Testa, debba rinnovare il proprio impegno nell’interesse del territorio”. Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia in riferimento alla decisione assunta dalla Consulta.

“Per molto tempo, lo scorso anno, il tema del taglio delle Province ha infiammato il dibattito politico – ha detto il sindaco Albore Mascia – e come non ricordare i mesi di incontri tesi a individuare la soluzione ottimale, al fine di garantire quel risparmio finanziario invocato da più parti, ma, al tempo stesso, salvaguardando la storia, le radici, il nome e anche il rispetto delle singole territorialità e individualità, senza snaturare le nostre comunità, ma comunque procedendo verso un accorpamento ormai inevitabile deciso attraverso un decreto legge.

E in tal senso ha ben operato la politica locale che, evitando personalismi, rigurgiti campanilistici e lotte di quartiere, ha saputo trovare la sintesi più opportuna, facendo appello al nostro essere, innanzitutto, abruzzesi e alla nostra capacità di rispettare ciascuno l’identità dell’altro. Oggi, a mesi di distanza, siamo tornati all’anno zero: la Consulta ieri ha cancellato con un tratto di penna quel lavoro lungo e intenso, ha annullato ogni atto o provvedimento, e ha bollato come illegittimo quel Decreto legge, di fatto rimandando al Governo l’eventuale adozione di ulteriori iniziative amministrative tese a garantire il taglio dei costi della politica.

Nel frattempo però si riapre il capitolo inerente il Governo delle Province che, a questo punto, resta immutato e impone a partiti e amministratori l’assunzione di un nuovo impegno nell’interesse dei territori. Pare di tutta evidenza che chi ha ben amministrato nel primo mandato, ha il diritto, oltre che il dovere, di proseguire nel lavoro intrapreso, al fine di garantire la continuità di governo, fondamentale nel difficile periodo economico che stiamo vivendo, riattribuendo alle stesse Province quei trasferimenti e quelle funzioni che ne garantiscano la piena operatività”.


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