Megalò, la proprietà dovrà prolungare gli argini

Scongiurata l'ipotesi di chiusura

05 Dicembre 2013   11:30  

Il pericolo è stato scongiurato, ma continua il dibattito riguardo la quasi esondazione del Pescara che ha minacciato il Megalò, costruito nelle vicinanze del letto del fiume.

Le polemiche, in modo specifico, riguardano l'argine realizzato a protezione del centro commerciale che, secondo una segnalazione dell'Autorità di bacino alla regione Abruzzo, sarebbe 400 metri più corto rispetto ai 1.600 stabiliti nel progetto iniziale.

L'adeguamento spetterebbe dunque alla stessa proprietà della struttura, alla quale tuttavia il Genio Civile non ha ancora fatto pervenire alcuna richiesta ufficiale in tal senso, che in qualsiasi caso non comporterebbe alcun rischio di chiusura, come ha assicurato il sindaco Umberto Di Primio: "Non esiste nemmeno alcuna ipotesi di chiusura, dal momento che non è stato riscontrato alcun imminente pericolo di allagamento in caso di esondazione del fiume, nè è in atto alcuna revoca autorizzativa".

I proprietari, dal canto proprio, continuano invece a sostenere come la struttura sia già stremamente sicura contro possibili allagamenti, e che anzi, grazie ad otto potenti idrovore ed all'impianto di pompaggio, dal rischio di esondazione del Pescara non è stato salvato solo Megalò, ma anche alcune abitazioni nei paraggi.

La tesi, però, continua a non convincere il Wwf Abruzzo, che prosegue nella sua battaglia contro i rischi di allagamento e contro la realizzazione di Megalò 2 e Megalò 3.


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