Mercato etnico, Fiva confcommercio, No a discriminazioni Sì al rispetto delle regole

20 Maggio 2016   11:25  

In relazione alla vicenda riguardante lo sgombero del mercatino extracomunitario dell'area di risulta, l'associazione provinciale ambulanti Fiva/Confcommercio, di concerto con la stessa Confcommercio, intende ribadire, come gia' sostenuto in passato, "di essere contro ogni forma di discriminazione, ma al tempo stesso di pretendere che da tutti si osservi il rispetto delle regole".

"Se infatti, da qualunque parte esso provenga, un mercato o un settore commerciale possano in qualche modo alimentare abusivismo, contraffazione e irregolarita' amministrative - osserva l'associazione in una nota - dev'essere adottato uno stesso metro di giudizio per tutti".

La Fiva/Confcommercio, nel ricordare che nella sola citta' di Pescara si tengono ben otto mercati settimanali, rinnova quindi l'invito ai colleghi e agli amici senegalesi ad unirsi agli operatori locali, che offrono la piu' totale disponibilita' per la piena integrazione all'interno delle aree mercatali istituite e riconosciute dal Comune ma anche dalle Amministrazioni degli altri Comuni limitrofi.

L'Associazione ritiene altresi' "poco gratificante il fatto che venga creato un mercatino etnico posizionato in un'area fissa e prestabilita, e addirittura limitata nei contenuti e nell'estensione, e,  in ogni caso, qualora cio' accadesse, l'accesso al bando dovrebbe essere esteso a tutti gli operatori, senza identificare una categoria merceologica specifica (in tal caso il cosiddetto 'etnico'), garantendo cosi' una migliore e piu' variegata offerta anche per i consumatori".

Quindi - per la Fiva/Confcommercio - "lotta ad abusivismo e contraffazione, obbligo di regolarizzazione delle licenze e di versamento del Canone di Occupazione Suolo Pubblico (COSAP) da parte di tutti gli ambulanti, restano priorita' assolute che non conoscono ne' etnie ne' discriminazioni.

Questo al fine della tutela degli operatori commerciali, sia dei negozi tradizionali che dei mercati ambulanti, che purtroppo sono spesso costretti a subire una vera e propria concorrenza sleale da chi propone prodotti contraffatti senza essere in regola ne' dal punto di vista amministrativo ne' da quello fiscale, ma anche della stessa clientela, che potrebbe quindi acquistare i prodotti di proprio interesse, ma finalmente garantiti nella qualita' e nella manifattura".


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