Messa da Requiem di Gabriel Fauré per l'Anniversario del Sisma del 6 aprile 2009

03 Aprile 2017   11:59  

Con laMESSA DA REQUIEM di Gabriel Fauré il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” dell’Aquila celebra l’ottavo anniversario del sisma ricordando tutte le vittime di quell’evento e quelle degli altri terremoti che hanno sconvolto l’Italia centrale.

Mercoledì 5 aprile alle 18.00 presso la Chiesa di San Pietro Apostolo ad Onna e il giorno seguente 6 aprile alle 19.00 presso la Chiesa di San Giuseppe Artigiano, il soprano Lorena Lepidi, il baritono Gianmarco Di Cosimo, il Coro, diretto da Rosalinda Di Marco, e l’Orchestra del Conservatorio diretta da Aurelio Canonici, si esibiranno, per non dimenticare, in un concerto che è incentrato sull’idea dell’eterno riposo.

Sono passati ormai otto anni dalla notte che ha cambiato la storia recente dell’Aquila, dal mattino dopo in cui noi del Conservatorio Casella ci si interrogò sul come essere vicini alla nostra città - dichiara il direttore del Conservatorio Giandomenico Piermarini -  Furono concerti nelle tendopoli, lezioni di musica negli alberghi sulla costa o accolti nelle scuole di ogni dove dell’Italia centrale. Non fu necessaria alcuna parola d’intesa che lo scopo condiviso, per tutti spontaneamente divenne uno solo: ricominciare, ricominciare, ricominciare; soprattutto per mostrare ai nostri ragazzi che comunque per loro ci sarebbe stato un futuro, anche di sogni e di bellezza.
Sono passati otto anni e il “cratere” di allora è diventato una “voragine” che ha inghiottito una considerevole parte dell’Italia centrale: dall’aquilano al teramano a Norcia, Visso, Ussita e Camerino, da Amatrice ad Arquata e Montegallo. 

Una voragine che impedisce oggi di storicizzare l’evento aquilano, stemperandolo nella memoria condivisa, e che invece è ancora paura di spegnere la luce di sera ed è un presente pieno di dubbi. Le ferite dell'animo che sembrava stessero rimarginandosi, seppure in cicatrici profonde, si sono oggi riaperte.  Al ricordo dello sguardo dolce di Susanna Pezzopane si è aggiunto quello del sorriso luminoso di Anna Grossi. A loro, a tutti gli altri, sia che abbiamo e sia che non abbiamo conosciuto direttamente, vogliamo dedicare questi momenti musicali di ricordo e di meditazione”.

Gabriel Fauré scrisse il Requiem tra il 1886 e il 1887, in memoria del padre, morto a Tolosa nel 1885. Il lavoro fu eseguito per la prima volta nel 1888, dopo la morte anche della madre di Fauré. Il Requiem prevede l'utilizzo di orchestra, coro, organo e due voci soliste, Soprano e Baritono.

Il Requiem di Fauré si distacca notevolmente dalle altre composizioni romantiche del genere: colpisce in primo luogo il rifiuto a musicare il Diesirae, del quale invece Mozart, Berlioz e Verdi avevano fatto il centro di un vero e proprio dramma religioso. Nel Requiem di Fauré è assente ogni violenza e ogni contrasto, e in esso prevale un sentimento di rassegnazione e di abbandono. Come èstato scritto da un critico inglese, «Fauré ha centrato il suo Requiem sull'idea dell'eterno riposo. Il lavoro comincia e finisce con la parola requiem, che èd'altronde messa nel massimo rilievo ogni volta che ricorre nel testo».

«Né devoto né scettico»si definiva lo stesso Fauré: in questo suo atteggiamento, cosìlontano dalle passioni e dalle ribellioni prepotenti, e perciòricche di fede e di forza, dei musicisti romantici, sta la chiave della modernità, meglio dell'attualità della sua musica.

 


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