Metanodotto Snam, il governo impugna la legge, ma i comitati sono pronti a dare battaglia

11 Luglio 2013   10:29  

Il Governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge contro il gasdotto approvata recentemente dal Consiglio regionale d'Abruzzo in quanto ''viola i principi statali di coordinamento tra l’istituzione regionale e quella statale''.

Sarà ora la Corte Costituzionale ad esprimersi sulla legittimità della legge.

Intanto il Comitato cittadini per l’ambiente di Sulmona che dicono no al metanodotto in un territorio ad alto pregio ambientale e fortemente sismico, affilano le armi e non demordono. A seguire il loro comunicato stampa.

''La  Corte Costituzionale in merito alla incostituzionalità della legge regionale n. 28 del 2012; nel contempo la Corte riconosce il pieno diritto della Regione a legiferare in materia, in quanto per questi settori (energia e governo del territorio), stante la compresenza di interessi statali e regionali, vige il principio della potestà legislativa concorrente.

Consideriamo molto grave il comportamento del Governo regionale che non si è costituito in difesa di una legge regionale che mirava a tutelare i cittadini da un rischio molto concreto e attuale come quello sismico.

Sotto questo profilo ci appare illogica la sentenza della Corte in quanto la stessa legge n.239 del 2004, che disciplina questa materia, prevede un "adeguato equilibrio territoriale nella localizzazione delle infrastrutture energetiche, nei limiti consentiti dalle caratteristiche fisiche e geografiche delle singole regioni". E' del tutto evidente ed inconfutabile che uno dei limiti "fisici" dell'Abruzzo è proprio la elevata sismicità del suo territorio.
Spetta ora al Consiglio Regionale riformulare la legge tenendo conto dei rilievi della Corte.

Non ci sono comunque dubbi sul fatto che tali opere possono essere realizzate solo se c'è l'intesa tra Stato e Regione: intesa che, come ha chiarito la stessa Corte, deve essere "in senso forte, ossia di atti a struttura necessariamente bilaterale, come tali non superabili con decisione unilaterale di una delle parti" ; inoltre "tali procedure non potranno in ogni caso prescindere dalla permanente garanzia della posizione paritaria delle parti coinvolte" (sentenza n. 383 del 2005).

La Regione Abruzzo si è espressa chiaramente al riguardo, attraverso due risoluzioni approvate alla unanimità (il 18 ottobre 2011 e il 14 febbraio 2012). Con esse il Consiglio Regionale, in ragione dell'elevato rischio sismico connesso con le aree che dovrebbero essere attraversate dal gasdotto "Rete Adriatica", impegna il Governo a negare l'intesa sull' attuale progetto della Snam e a chiedere l'istituzione di un apposito tavolo di confronto per l'individuazione di una soluzione alternativa.

Ma il Presidente Gianni Chiodi, dimostrando assoluta mancanza di rispetto per il Consiglio, continua tuttora a non dare attuazione alle risoluzioni, favorendo così il disegno della multinazionale del gas. E' il caso di ricordare che il deposito sotterraneo di gas di Rivara (MO) è stato cancellato dal Governo nazionale dopo che la Regione Emilia-Romagna, in base al principio di precauzione e non ad una norma regionale, ha negato l'intesa, un mese prima del sisma.
La battaglia, intrapresa dai Comitati oltre 5 anni fa, andrà avanti perché sono in gioco valori fondamentali per la vita della nostra comunità, come il diritto alla salute, il diritto alla sicurezza e il diritto di decidere del nostro futuro e di quello dei nostri figli, valori che non intendiamo subordinare né agli interessi delle multinazionali, né ad una politica ad esse asservita.

Non solo ci portano via servizi essenziali come il Tribunale e la Sanità, ma vogliono anche imporci a tutti i costi opere che avranno un impatto devastante sotto l'aspetto umano, sociale ed economico.

Oggi più che mai la sana politica e le istituzioni debbono far sentire la loro voce e, nell’espletare appieno il loro ruolo di rappresentanti dei cittadini, mettere in atto iniziative forti nei confronti di chi vorrebbe ridurci alla condizione di sudditi, privarci della sovranità e trasformare il nostro territorio in un deserto!''

 


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