Milan, è questa la squadra che aveva in mente Inzaghi e ora trittico Champions

Genoa-Napoli-Roma decisive, gol fantasma permettendo...

02 Dicembre 2014   06:30  

Il Milan visto ieri con l'Udinese è figlio del derby. Come avevamo detto settimana scorsa, ai rossoneri sarebbe servito come il pane tornare a vincere anche di misura e mister Inzaghi e i suoi ragazzi sembrano aver accolto alla grande il nostro appello. A dire il vero, il risultato sarebbe potuto essere anche più rotondo viste le tante occasioni create da una squadra che sembra in costante crescita sia dal punto di vista tecnico-tattico, sia da quello psicologico. Il primo tempo giocato dal Milan ieri è stato quasi perfetto: grande velocità nel fraseggio, continui cambi di gioco, tante iniziative sulle corsie laterali, diverse conclusioni uscite di un nulla e una difesa che ha saputo "esorcizzare" al meglio un certo Totò Di Natale, autentica bestia nera dei rossoneri.

Quello visto ieri è sicuramente il miglior Milan della stagione, addirittura migliore di quello che ha battuto la Lazio all'esordio, poichè plasmato a immagine e somiglianza del suo allenatore: nella testa di Inzaghi c'era un Milan così, cinico, veloce, spietato e, perchè no, anche capace di divertirsi e divertire. Continuare su questa strada adesso è l'obbligo per i rossoneri che si apprestano a vivere un trittico di partite tutt'altro che semplice ma adesso è il momento giusto per Menez e compagni di misurarsi con le più grandi. E' quella l'unica via per tornare ad esserlo. Le due trasferte (Genova con i rossoblu e Roma) e il Napoli a San Siro, serviranno per capire realmente di che pasta è fatto questo Milan, una squadra dalle spiccate doti offensive grazie alla "rinascita" di giocatori lasciati dal dimenticatoio dagli altri. Ci riferiamo ovviamente alla stella Menez, che con i suoi 7 gol (4 su rigore) ha già eguagliato le reti realizzate nelle 84 partite in giallorosso e raggiunto la metà delle marcature (14) nelle 79 partite al Paris Sait-Germain. A lui si aggiunge il samurai Honda, rivitalizzato completamente dalla cura Inzaghi e sempre più decisivo sotto porta anche senza segnare (su di lui il fallo che ha provocato l'espusione di Domizzi e il rigore del vantaggio). Applausi vanno fatti anche ad El Shaarawy, reduce dall'erroraccio nel derby: il 92 rossonero sta tornando ai suoi livelli, gli manca solo il gol ma continuando di questo passo non potrà fallire ancora sul più bello. Anche la difesa comincia a dare segni di ripresa: Mexes e Rami stanno trovando la giusta alchimia e addirittura anche il criticatissimo Bonera e il "fantasma" Armero ieri hanno disputato una gara di livello. A questo si aggiungono i possibili recuperi dei vari Abate, De Jong e soprattutto Montolivo, tornato dopo il bruttissimo infortunio rimediato in estate alla vigilia del Mondiale brasiliano.

Insomma, le premesse per fare bene di qui in avanti ci sono ma parlare già di terzo posto è prematuro: c'è bisogno di vivere alla giornata, restare con i piedi per terra e onorare una delle maglie più gloriose della storia del calcio nazionale e internazionale. E per farlo è necessario fare il maggior numero possibile di punti, soprattutto per sfatare il tabù, odioso per i tifosi rossoneri, che vede il Milan non vincere contro le cosiddette "grandi" da troppo tempo.

Intanto, arrivano buone notizie anche da Via Aldo Rossi. A Casa Milan, infatti, è stato raggiunto l'accordo per il rinnovo con lo sponsor "Fly Emirates", colosso dei trasporti aerei con sede a Dubai, che per i prossimi 5 anni sborserà nelle casse dei rossoneri la bellezza di 100 milioni di euro, "solo" per far apparire il nome della ditta sulle maglie dei rossoneri. Barbara Berlusconi ha già fatto sapere che il denaro fresco verrà immediatamente riutilizzato in mercato e realizzazione del nuovo stadio. Un passo importante per far tornare il club più titolato al mondo sul tetto del pianeta.

CAPITOLO GOL FANTASMA. Un capitolo a parte va fatto per questi benedetti gol fantasma. Argomento ovviamente molto sensibile per una squadra che in quel modo ci ha perso un campionato, e si è vista praticamente dilaniata nella stagione successiva a causa del mancato premio ricevuto dalla vittoria dello Scudetto e da tutti gli incassi che avrebbe potuto ottenere a livello mediatico e di merchandising. Il Milan, oltre allo stranoto "Gol di Muntari", diventato una vera e propria pagina di storia recente di questo sport, è avvezzo a questo tipo di situazioni: infatti, oltre a quello non concesso a Rami ieri, anche a Catania (si parla sempre dello stesso campionato, quello del gol di Muntari per intenderci) non si vide assegnare una rete a Robinho, ma il direttore di gara lasciò correre mandando su tutte le furie Galliani. Due episodi che segnarano quella stagione in negativo. Il peso specifico è ovviamente diverso: lì il Milan si giocava lo Scudetto, ieri la possibilità di tornare a lottare nelle zone più nobili della classifica dopo la sciagurata stagione dello scorso anno. C'è da dire, però, che quel gol non dato sarebbe potuto diventare pesantissimo nel caso in cui i rossoneri non avessero battuto l'Udinese. Infatti, nonostante le tante occasioni create nel primo tempo (gol di Rami incluso), nella ripresa la squadra di Inzaghi sembrava dare alcuni segnali di cedimento a livello psicologico più che tecnico e atletico, l'episodio del rigore su Honda è stato decisivo in tal senso: i rossoneri avevano iniziato a far più fatica e il gol di Menez dal dischetto ha tolto un macigno dalle spalle dei rossoneri. Adesso stare a discutere di quanti centimentri sia entrata o meno quella palla scaraventata di testa dal francese risulterebbe sterile, meno sterile invece sarebbe applicare la tecnologia al calcio (così come avviene in tantissimi sport) per migliorare la percezione dell'uomo, che non sarebbe sostituito dalla macchina, come dicono i contrari a questo storico alterco, ma al contrario sarebbe reso "perfetto" proprio dal mezzo meccanico, almeno nell'arbitrare una partita di pallone...

Daniele Polidoro


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