Milan, la forza è nel gruppo. De Jong la spada, Menez il fioretto

I rossoneri tornano a sferrare le unghie in una gara epica

16 Settembre 2014   07:12  

Domenica sera al "Tardini" si è vista forse una delle più belle gare degli ultimi anni, sicuramente una delle più divertenti vista la valanga di gol (ben nove!) abbattutasi sul prato dello stadio parmense.

Protagonista del match il "nuovo" Milan di Pippo Inzaghi. Ne avevamo già parlato dopo il primo match con la Lazio, ma a Parma si è vista una squadra che, nonostante i quattro gol (troppi) subiti, ha saputo soffrire una delle partite più pazze della storia del calcio.

Tralasciando l'aspetto tecnico-tattico, questa analisi vuole soffermarsi più che altro sull'aspetto psicologico: al "Tardini" si è visto un Milan cinico, cattivo, spietato. Proprio come il suo allenatore quando era lui a divorarsi i prati della Serie A. Da tanto, tantissimo tempo non si vedeva un Diavolo così affamato, così umile, così deciso. Soprattutto in una gara così.

Eh già, perchè come insegna la storia di uno dei numeri 9 più importanti della storia del club di Via Aldo Rossi, la fortuna va creata con impegno, dedizione, precisione e, ovviamente, tantissimo sudore. Ed è forse proprio questo che si intendeva a "Casa Milan" quando si parlava di quel tanto sbeffeggiato "entusiasmo ritrovato", nonostante un mercato che ha avuto solo dei "gratuiti" sussulti nel finale.

Eppure, domenica, si è visto un bel Milan dal punto di vista del gruppo: certo, sono stati incassati quattro gol, ma la squadra non ha mai abbassato il livello della concentrazione. E' proprio così che si tempra il carattere di una squadra: quando ti succede di tutto in maniera più che rocambolesca. Ed ecco che da una situazione di calma apparente con cui si era chiuso il primo tempo, ti ritrovi con gli avversari (ai quali va comunque il plauso per averci sempre creduto) che riaprono la gara in maniera un po' casuale, prima che venga espulso uno dei due centrali difensivi e prima che l'altro debba uscire per infortunio. Mettici un Parma in versione "duro a morire" e un altro infortunio: quello clamoroso di Diego Lopez sul retropassaggio di De Sciglio.

Insomma, per intenderci un anno fa i rossoneri una gara così non l'avrebbero mai portata a termine con i tre punti in tasca, vedi le trasferte di Bologna, Torino e Sassuolo nella scorsa stagione.

Simbolo di questa grande cattiveria agonistica: la corsa disperata di De Jong nel gol del 4-2. Corri Nigel, corri! Quasi fosse Forrest Gump. La tenacia di rubare la palla al "traditore" Cassano e la forza di monetizzare quel pallone con una corsa infinita verso la porta di Mirante.

Cattiveria, certo, ma anche tanta classe: quella di Jeremy Menez, riserva di lusso del PSG arrivato a Milano senza troppe sponsorizzazioni, eccetto quello di Pippo Inzaghi che lo sta mettendo in grande luce agli occhi di un pubblico che da troppo non era più abituato a vedere certe finezze. Oltre al meraviglioso gol di tacco, tantissimi numeri, colpi di genio e prodezze degne di un campione.

Ora c'è la Juve: per iniziare davvero una nuova vita, il Milan dovrà sconfiggere i suoi due più grandi nemici negli ultimi tre anni. La corazzata bianconera e Allegri.

Daniele Polidoro


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore