Minacce a Bonanni: polizia Chieti arresta tre persone. Nei PC video delle decapitazioni dell'Isis

21 Ottobre 2014   07:54  

Tre persone sono state arrestate dalla polizia della Questura di Chieti per una telefonata anonima fatta lo scorso 21 marzo ai carabinieri nella quale si annunciava l'imminente esplosione di una bomba nell'abitazione stiva di Francavilla al Mare (Chieti) di Raffaele Bonanni, ex segretario nazionale della Cisl, abruzzese di origine.

Tra le accuse contestate agli indagati dalla Procura distrettuale antimafia dell'Aquila quella di minacce aggravate da finalita' di eversione dell'ordine democratico.

L'ordigno, avevano poi accertato le forze dell'ordine, non sarebbe mai esploso perche' rudimentale. In manette sono finiti Davide Nunziato, 39 anni, di Francavilla al Mare, la moglie Valeria Di Stefano e Donato Colasante, un giovane di Guardiagrele (Chieti).

Per Nunziato, ritenuto l'autore della telefonata, e' stata disposta la custodia cautelare in carcere, per la moglie i domiciliari. Colasante, invece, e' gia' detenuto da una decina di giorni per un presunto caso di estorsione nei confronti della madre.

Il capo della squadra mobile di Chieti, Francesco Costantini, dovrebbe tenere una conferenza stampa in serata nella caserma Spinucci di piazza Garibaldi dove e' ospitata la questura. 

Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal gip del tribunale dell'Aquila Giuseppe Romano Gargarella su richiesta del procuratore capo Fausto Cardella e del sostituto Antonietta Picardi.

A mettere gli investigatori sulle tracce del telefonista anonimo era stato il carabiniere che aveva ricevuto la telefonata fatta da Nunziato (32 anni e non 39).

Cio' in quanto, essendo il giovane gia' conosciuto per altri precedenti, al militare era venuto il sospetto che si trattasse proprio di lui.

Cosa poi accertata da una perizia fonica. In particolare Nunziato era stato gia' arrestato nel gennaio del 2013 dai carabinieri perche' trovato in possesso di pistole e una mitraglietta Skorpion.

Il 32enne era molto legato a Donato Colasante. Entrambi condividevano la passione per le armi in generale e una sorte di insoddisfazione nei confronti della societa' e del potere in generale.

A luglio in casa di Nunziato la polizia aveva rinvenuto due pistole e un fucile e nel pc di Colasante le istruzioni per costruire ordigni artigianali anche con il Nepal.

Non solo: c'erano anche diverse immagini relative alle decapitazioni dell'Isis. Fondamentali, poi, sono risultate le intercettazioni ambientali e telefoniche ma anche cio' che il telefonista anonimo scriveva su Facebook il cui profilo aveva il nome di Davide Al Zarquawi. Bonanni lo chiamavano 'il politico' e nei suoi confronti i tre arrestati avevano un' attenzione ossessiva.

La donna, 30enne pescarese, separata dal marito, madre di una figlia piccola, e' accusata di falso e concorso in detenzione illegale di armi ed anche di aver ceduto del metadone all'uomo.

Era lei, secondo quanto accertato dalla polizia, a fornire le armi all'ex marito potendole acquistare perche' in possesso di un'autorizazione per il tiro al volo.

L'abitazione di Nunziato si trova accanto alla casa di Bonanni, particolare che rendeva assai facile seguire gli arrivi, gli spostamenti e le partenze dell'ex numero uno della Cisl.

Durante l'attivita' investigativa la polizia ha inoltre scoperto che Donato Colasante avrebbe anche cercato di far prostituire la sua fidanzata non ancora maggiorenne per cui e' accusato anche di induzione alla prostituzione minorile. Oltre agli agenti della squadra mobile le indagini sono state portate avanti dal personale della quarta sezione contro gli stupefacenti e il crimine diffuso coordinata dall'ispettore capo Licio D'Antuono.


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