Mivar chiude, vendevano in perdita contro gli asiatici. Colpa di tasse e balzelli

Nel '98 erano 1000, oggi 40 e dal 2011 in perdita

15 Ottobre 2013   11:19  

Si parla tanto di Alitalia da salvare, ma c'è un'azienda che nel 1998 dava lavoro a oltre 1000 persone la MIVAR, storico produttore di TV italiane che a novembre chiuderà i battenti.

Ad Abbiategrasso in Lombardia esiste una fabbrica da quasi 90 anni, era il 1945 quando la "Milano Vichi Apparecchi Radio" fu fondata.

Il fondatore Carlo Vichi ha dichiarato:

"Finita la guerra siamo stati superati da tutti. Dovremmo lavorare come i cinesi, con onestà e intelligenza. Il problema invece è che non sappiamo più lavorare. E i prodotti fatti senza utilizzare tutte le possibilità che la tecnologia offre vengono rifiutati dal mercato"

I sindacati, per una volta, non contestano la decisione e Giuseppe Viganò, segretario Fim-Cisl Legnano-Magenta ha detto ai cronisti:

"Nel 1998 aveva quasi 1000 dipendenti, nel 2008 ce n'erano ancora 500, perché Vichi pur di non chiudere ripianava ogni anno le perdite. Gli sarà costato dai 100 ai 120 milioni, senza contare i 30 spesi per costruire il nuovissimo padiglione industriale di Abbiategrasso, un edificio bellissimo, innovativo, progettato da lui stesso, mai utilizzato".

Un imprenditore che ha speso molto del suo patrimonio per continuare quel sogno di bambino, ma oggi sono rimaste circa 40 persone che si occupano dell'assemblaggio delle linee TV a LED con componenti cinesi. Proseguiranno fino al termine di novembre, dopodiché a dicembre molti andranno in mobilità. E si parlerà di gestire i 24 mesi di garanzia dei prodotti venduti, nonché la manutenzione dello stabilimento. Ma basteranno 4-5 persone, non di più.

Negli ultimi anni la MIVAR vendeva in perdita, da 80 a 100 euro per apparecchio, questo perchè i pezzi erano tutti asiatici ed a parità di prodotto loro avevano costi infinitesimali di manodopera, ma anche di tasse e balzelli vari.


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