Raso al suolo nel terremoto del 1703, danneggiato nel 1950, poi nel 2009 e ancora nel 2016: l’antichissimo comune abruzzese di Montereale, epicentro del sisma di magnitudo 5,3 del 18 gennaio, è da sempre costretto a fare i conti con la Natura. E a perdere. Perché il borgo di 2.655 anime, immerso nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e bagnato dal fiume Aterno, si trova proprio sulla faglia maledetta che da tempo fa tremare il Centro Italia.
Al confine con Amatrice, ha subito i danni del sisma di magnitudo 6 dello scorso agosto, mentre nel 2009 i 27 chilometri che la separano da L’Aquila non l’hanno messa al riparo dai crolli della forte scossa di magnitudo 5.8.
Il Monte Regale che piaceva a Carlo V
Patria di due beati - Andrea da Montereale e Domenico da Cesariano - e dell'ingegnere edile cui si deve la costruzione del quartiere Talenti di Roma, Montereale ha radici che affondano nel 1100, quando gli aborigeni subirono l'invasione dei Pelasgi. Il borgo si sviluppò nel Medioevo e nello stesso periodo, per volere di Carlo IV, assunse la denominazione Monte Regale a conferma del prestigio acquisito.
Fino alla fondazione dell'Aquila — alla quale Montereale, nonostante la vicinanza, non partecipò — esso rappresentava infatti il più esteso centro dell'Abruzzo settentrionale e nel XIII secolo Corrado IV gli conferì il titolo di Città. Ma fu con Carlo V che il borgo raggiunse la massima importanza, dopo che l’imperatore inserì Monte Regale (e altre città) nella dote della figlia Margherita d’Austria in occasione del matrimonio con Alessandro dei Medici.
Durante questo periodo, Montereale raggiunse la sua massima estensione e visse un periodo di forte vivacità culturale testimoniato dalla nascita di un'Accademia, detta degli “Indefessi e dalla costruzione di numerosi palazzi nobiliari".
Il violentissimo terremoto del 14 gennaio 1703 rase quasi del tutto Montereale, provocando 800 vittime in tutto il comprensorio nonché la devastazione delle principali architetture cittadine.
La lenta ricostruzione cambiò radicalmente il volto di Montereale con la pressoché totalità delle chiese e dei palazzi nobiliari che vennero ricostruiti ex-novo secondo lo stile barocco dell'epoca.
Dalle chiese al Municipio, tutti monumenti’ mutilati’ dai terremoti
C’è un prima e un dopo nell’architettura di Montereale. Lo spartiacque è il sisma del 1703, ma chiese e monumenti conservano ancora testimonianze di un passato ormai scomparso. Eccone alcuni: