#Montereale, L'Epicentro Del #Sisma Raso Al Suolo Nel 1703. La Storia Si Ripete?

Da sempre costretto a fare i conti con la Natura

19 Gennaio 2017   10:51  

Raso al suolo nel terremoto del 1703, danneggiato nel 1950, poi nel 2009 e ancora nel 2016: l’antichissimo comune abruzzese di Montereale, epicentro del sisma di magnitudo 5,3 del 18 gennaio, è da sempre costretto a fare i conti con la Natura. E a perdere. Perché il borgo di 2.655 anime, immerso nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e bagnato dal fiume Aterno, si trova proprio sulla faglia maledetta che da tempo fa tremare il Centro Italia.

Al confine con Amatrice, ha subito i danni del sisma di magnitudo 6 dello scorso agosto, mentre nel 2009 i 27 chilometri che la separano da L’Aquila non l’hanno messa al riparo dai crolli della forte scossa di magnitudo 5.8. 

 

Il Monte Regale che piaceva a Carlo V

Patria di due beati - Andrea da Montereale e Domenico da Cesariano - e dell'ingegnere edile cui si deve la costruzione del quartiere Talenti di Roma, Montereale ha radici che affondano nel 1100, quando gli aborigeni subirono l'invasione dei Pelasgi. Il borgo si sviluppò nel Medioevo e nello stesso periodo, per volere di Carlo IV, assunse la denominazione Monte Regale a conferma del prestigio acquisito.

Fino alla fondazione dell'Aquila — alla quale Montereale, nonostante la vicinanza, non partecipò — esso rappresentava infatti il più esteso centro dell'Abruzzo settentrionale e nel XIII secolo Corrado IV gli conferì il titolo di Città. Ma fu con Carlo V che il borgo raggiunse la massima importanza, dopo che l’imperatore inserì Monte Regale (e altre città) nella dote della figlia Margherita d’Austria in occasione del matrimonio con Alessandro dei Medici.

Durante questo periodo, Montereale raggiunse la sua massima estensione e visse un periodo di forte vivacità culturale testimoniato dalla nascita di un'Accademia, detta degli “Indefessi e dalla costruzione di numerosi palazzi nobiliari". 

Il violentissimo terremoto del 14 gennaio 1703 rase quasi del tutto Montereale, provocando 800 vittime in tutto il comprensorio nonché la devastazione delle principali architetture cittadine.

La lenta ricostruzione cambiò radicalmente il volto di Montereale con la pressoché totalità delle chiese e dei palazzi nobiliari che vennero ricostruiti ex-novo secondo lo stile barocco dell'epoca.

 

Dalle chiese al Municipio, tutti monumenti’ mutilati’ dai terremoti

C’è un prima e un dopo nell’architettura di Montereale. Lo spartiacque è il sisma del 1703, ma chiese e monumenti conservano ancora testimonianze di un passato ormai scomparso. Eccone alcuni:

  • Abbazia della Madonna in Pantanis: si trova nell'omonima frazione al centro della conca, ad un'altitudine di 820 metri sul livello del mare. Venne costruita tra l'XI secolo e la prima metà del XII secolo e ristrutturata nel Seicento e nel Settecento. Risale al 1616 un intervento decorativo dell'altare maggiore dedicato alla Vergine da 10 canonici dell'epoca. 
  • Chiesa del Beato Andrea: venne ricostruita nel 1726 sulle rovine della preesistente chiesa duecentesca dedicata a Sant'Agostino. All'interno della chiesa si trova, separata da una ricca cancellata, una cappella fatta costruire nel 1631 da Giovan Paolo Ricci; tale cappella è la cripta dove è conservata ed esposta ai fedeli la teca d'argento contenente il corpo ancora conservato del Beato Andrea. La chiesa è stata dichiarata inagibile a seguito del terremoto del 2009.
  • Chiesa di Santa Maria Assunta: è la più grande chiesa di Montereale, officiata nel XV secolo, Fu ricostruita tra il 1745 e il 1750 dopo il terremoto del 1703. 
  • Monastero di San Leonardo: fondato nel 1440 dai benedettini, venne ricostruito una prima volta nel 1615 ed una seconda in seguito al terremoto del 1703. Dal 1927 divenne cistercense fino alla definitiva chiusura del 2012, dovuto al numero esiguo delle superstiti.
  • Municipio: la sede storica comunale è situata in un importante palazzo facente parte del convento agostiniano e posto sulla salita che giunge alla torre civica. Al suo interno, su colonnine duecentesche, sono presenti due leoni stilofori di diverso sesso rappresentanti il dolore e la gioia. In seguito al terremoto del 2009 che l'ha reso inagibile, il municipio cittadino è oggi situato in piazza del Plebiscito.

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