Morì nel 2014 dopo ricovero ospedaliero, il Gip ha affidato incarico ai periti

07 Aprile 2016   15:58  

E' stato conferito, stamani, dal gip del Tribunale di Pescara, Antonella Di Carlo, l'incarico ai periti Vittorio Fineschi e Mario Giosue' Balzanelli per fare chiarezza sulle cause della morte di Elvira Ferri avvenuta all'ospedale di Pescara nel febbraio 2014.

I consulenti del gip dovranno ricostruire la vicenda riguardante il ricovero della donna, con particolare riferimento alle condizioni di salute, alla loro prevedibile evoluzione, alle cure, agli accertamenti praticati e alle cause di morte.

I periti dovranno quindi accertare se possano ritenersi sussistenti profili colposi nella condotta dei medici rispetto alla morte della donna.

Fineschi, del dipartimento di medicina legale della Universita' La Sapienza gia' consulente della famiglia di Stefano Cucchi e uno dei medici che effettuo' insieme ad altri gli esami autoptici per accertare le cause della morte del cantautore napoletano Pino Daniele, e Balzanelli, direttore Uoc 118 di Taranto, hanno 90 giorni di tempo per consegnare la relazione e operazioni peritali prenderanno il via 12 maggio prossimo.

Le conclusioni saranno discusse, tramite incidente probatorio, nel corso dell'udienza fissata per il prossimo 15 settembre.

Nel procedimento sono indagati per omicidio colposo tre medici del reparto di Medicina dell'ospedale di Pescara "perche' per imprudenza, negligenza ed imperizia e, in particolare, per inescusabile colpa professionale, omettevano in cooperazione tra loro l'approccio terapeutico che avrebbe salvato la vita ad una donna ricoverata nel reparto ed affidata alle loro cure, cagionandone la morte".

Gli indagati sono Giancarlo Di Battista, in qualita' di medico che prese in carico il caso della donna il 12 febbraio 2014, con turno 8-14; Antonio La Torre, in qualita' di medico che prese in carico il caso della paziente l'11 febbraio del 2014 ed esamino' i primi due referti; Giancarlo Traisci, in qualita' di primario dirigente del reparto in servizio il 12 febbraio 2014, con orario 13.15 -17.25.

Nello specifico, secondo l'accusa i medici avrebbero "omesso colpevolmente di disporre l'approccio diagnostico terapeutico salvavita, adeguato alla evidente grave ed allarmante ipopotassiemia, risultante con evidenza dai tre esami emogasanalitico ed ematochimici".

Secondo l'accusa, uno dei tre referti, giunto in reparto alla fine del turno di servizio di Di Battista, non sarebbe stato visionato ne' da Di Battisa ne' da altro medico "posto che il primario Traisci, consentiva, colpevolmente, che nel suo reparto, non vi fosse un medico di Medicina Generale in grado di svolgere la routine".

Quel giorno, sempre secondo l'accusa, venivano, infatti, assicurate solo le urgenze da un medico che doveva vigilare contemporaneamente 4 reparti: medicina generale 1 e 2, Reumatologia e Pronto Soccorso.

Secondo il pm, conseguentemente a tali omissioni la donna, che era stata ricoverata d'urgenza nel reparto di Medicina con la diagnosi di "crisi respiratorie recidivanti, scarsamente response a terapia" broncopasmo diffuso e "segni di sovraccarico ventricolare sinistro", "veniva colta, la notte tra il 12 e il 13 febbraio 2014, in conseguenza della e non adeguatamente curata ipopotassiemia, da aritmia ventricolare grave, che ne determinava la morte, la quale sarebbe stata, con rilevantissima probabilita', se non con certezza, evitata dalla appropriata terapia correttiva".

Sempre oggi sono stati nominati, su richiesta della difesa, i consulenti di parte, ovvero i medici Sgambato, Mancini e Cingolato.


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