Morte fratelli Timperio, la Provincia colpevole per Giustizia civile, innocente per la Penale

29 Settembre 2017   09:26  

L'amarezza di mamma Catia per il non luogo a procedere deciso dal Gip di Chieti nei confronti dei quattro funzionari della Provincia di cui era stato chiesto il rinvio a giudizio

Amarezza, sconcerto: questi i sentimenti provati stamani, 28 settembre 2017, in Tribunale a Chieti, da Catia Paravia, dopo la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari, dott. Luca De Ninis, di non luogo a procedere nei confronti dei quattro funzionari della Provincia di cui pure era stato chiesto il rinvio a giudizio per la morte dei suoi due figli in seguito a un terribile (ed evitabile) incidente stradale successo il 26 ottobre 2014 lungo la Strada Provinciale 33.

Com'è tristemente noto, Valentina, che guidava la Fiat 500, e Pierpaolo Timperio, rispettivamente 23 e 27 anni, di Miglianico, all'uscita della curva che immette sul rettilineo del ponte sul Foro finirono contro la balaustra del tutto inadeguata, che non resse all'urto, precipitando nella scarpata e nel fiume sottostante e annegando.

Il Sostituto procuratore titolare del fascicolo per omicidio colposo, dott. Giancarlo Ciani, aveva chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo in concorso di quattro funzionari della Provincia, Ente gestore della strada. Secondo il Pm, i quattro “omettevano, pur in presenza di lavori eseguiti sul tratto stradale che attraversa il fiume Foro lungo la Sp 33, denominata “Variante Tollo-Miglianico”, di adeguare le barriere di sicurezza stradale presenti sul ponte, barriere assolutamente inadeguate al contenimento di possibili urti derivanti da collisione con veicoli (...) e realizzate senza alcun rispetto della buona tecnica e della realizzazione secondo arte. Proprio l'omessa messa in sicurezza del citato tratto stradale risulta così causa determinante l'evento, tenuto conto che una barriera di adeguata sicurezza montata a regola d'arte avrebbe contenuto l'urto del veicolo evitando la precipitazione dello stesso nel fiume”.

Ci si aspettava dunque l'accoglimento della richiesta del Pm, e invece secondo il Gip non sussistevano i presupposti per procedere in giudizio. Una decisione che la signora Catia, il suo penalista, l'Avv. Andrea Piccoli del Foro di Treviso, e Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità, a tutela dei diritti dei cittadini, che la assiste, hanno definito “stupefacente”, tanto più a fronte della recentissima sentenza della sezione civile dello stesso Tribunale di Chieti emessa lo scorso 19 settembre, la quale invece ha ritenuto la Provincia di Chieti responsabile con un concorso del 50 per cento sul tragico incidente, con il riconoscimento del relativo risarcimento ai familiari.

La mamma si riserva di leggere con attenzione assieme ai propri legali e patrocinatori le motivazioni della sentenza, di cui è stato letto solo il dispositivo, ma per Catia Paravia restano l'amarezza e il dolore per il fatto che la giustizia penale non abbia nemmeno voluto approfondire i fatti, che pure il “braccio civile” dello stesso tribunale ha giudicato con una sentenza diametralmente opposta di inequivocabile condanna, quanto meno per la corresponsabilità nell'accaduto.


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