Mostra personale dell'artista Gino Berardi: dall'impressionismo all'astratto

26 luglio ore 18,30, presso la Villa Comunale Filiani di Pineto

23 Luglio 2015   10:30  

Domenica 26 luglio ore 18,30 , presso la Villa Comunale Filiani di Pineto, sarà inaugurata la mostra personale di Gino Berardi che sarà aperta dalle 10 alle 12,30 e dalle 18 alle 23 fino al primo agosto.

Curata dallo storico dell’arte Valeria Fatato avrà l’intervento straordinario dell’attrice Franca Minnucci e si svolgerà in una atmosfera di “astrattismo informale che non prescinde o falsifica la realtà, ma che rende possibile la considerazione della forma staccata dalle sue componenti e consente di vivere l’atto della “conoscenza”.

( Michele Nuzzi)

L’artista ha recentemente ricevuto un Premio speciale alla carriera, ambito riconoscimento per i cinquant’anni della sua carriera artistica, dalla giuria della Rassegna Internazionale d’Arte della città di Montecosaro.

DALL’IMPRESSIONISMO ALL’ASTRATTO A PINETO L’io inquieto e lirico di Gino Berardi, personalità eclettica, Artista a tutto tondo, giornalista, docente di scuola media superiore, si manifesta, soprattutto, nella fantasmagorica esplosione di colori, caratteristica costante delle sue opere ed emblema del divenire della vita, dei sentimenti, delle memorie, delle emozioni. Il suo percorso artistico, affascinante e ricco di sfumature espressive, si snoda con un costante riferimento alle principali correnti pittoriche ed ai più significativi movimenti dell’arte moderna e contemporanea.

Egli parte sicuramente da una appartenenza ad alcune componenti dell’impressionismo e successivamente sviluppa il proprio progetto stilistico in opere di grande pregio estetico all’interno dei canoni dell’arte astratta, fino ad approdare a spazi figurativi, a istanze espressionistiche e giungere all’arte informale con riferimenti netti sia al dripping di Jackson Pollock che alla pittura materica.

A differenza dell’Artista americano, però, Gino preferisce addensare il colore sulla tela fino a fargli assumere peso, quantità, spessore, , tali da raggiungere una consistenza tangibile e corporea, ottenendo una visione dinamica del cromatismo che, molto probabilmente, rappresenta l’emergere delle umane pulsioni o il magma dell’inconscio.

Le ricche esperienze vissute dall’Artista fuori dall’Italia con la curiosità di chi, non solo ama viaggiare, ma vuole scoprire, indagare, conoscere per reinventare, lo hanno spinto a ricercare una progettualità estetica sempre nuova, quasi nomade, caratterizzata da una poetica del colore che non trascende dalla rappresentazione, anzi, spesso la rielabora con una energia psichica ed una freschezza di ampio respiro.

Avviene così il graduale abbandono del suo realismo postimpressionista, basato su un naturalismo figurativo e di maniera, e l’inizio di un percorso che lo porterà ad orientarsi verso modi di esprimersi tra l’astratto e l’informale.

La svolta artistica, le cui fondamenta sono costituite da ragioni di cambiamento accumulatesi negli anni della sua lunga e gratificante carriera, dalla grande maturità raggiunta, dal desiderio di svincolarsi dai condizionamenti ripetitivi della tradizione, ha proiettato la mente di Gino BERARDI in un mondo di prospettive di espansione d’arte illimitato e aperto a tutte le suggestioni dell’inconscio. Riaffiorano, così, nell’animo dell’Artista i colori della memoria e i sogni introiettati durante l’adolescenza e la prima giovinezza che lo portano a suggerire creazioni nuove spingendolo verso la linea di demarcazione dell’informale.

In questo senso l’Artista Gino è un instancabile viandante alla continua ricerca di armonia, di quell’armonia poetica dell’esistere, sia individuale che collettivo, che rappresenta l’unica speranza di una tenue, dolce, felicità. Michele Nuzzo (Associazione Culturale Pittura e Poesia) Gino Berardi, nei cinquanta anni di carriera artistica, ha consolidato il suo fare pittorico conducendo la sua ricerca ad una evoluzione di pensiero materico.

La sua vicenda artistica si storicizza partendo dall’imprimere sulla tela le impressioni paesaggistiche. Oggi, questo fare pittorico è riconducibile all’impressionismo: sia per la scelta della gamma cromatica, sia per la pennellata leggera e per la rappresentazione sola ed esclusiva della realtà sensibile.

Ma, Gino Berardi, quando si trovava con i suoi pennelli e le sue tele, nel rappresentare le marine, le colline o le vette abruzzesi, non sapeva di utilizzare delle modalità e tecniche impressioniste: la forza della creazione artistica era del tutto inconscia. Il racconto dell’impressione di particolari paesaggi, in determinati momenti stagionali, portano il segno della bellezza, della grandezza di Madre Natura.

Sono paesaggi visti con gli occhi interiori del Maestro Gino Berardi.

La specificità di questo linguaggio pittorico, sta nell’uso e nella modulazione della luce e del colore, nonché gli elementi costitutivi della visione realistica.

La pratica del disegno è ridotta al minimo, per poter cogliere tutti gli aspetti di fresca leggerezza e immediatezza degli effetti luminosistici. La realtà impressionista di Gino Berardi ha analogie con la fotografia: sigilla sulla tela un preciso attimo, regalando a quell’istante la condizione di eternità.

Con questi presupposti artistici, la ricerca del Maestro Gino Berardi ha come approdo l’informale materico.

Una personale dimensione e trattazione del colore, reso nella sua componente non solo gestuale, ma anche tangibile. La scelta dell’informale non è stata meditata: pur mantenendo l’importanza dell’elemento colore, questo viene utilizzato con modalità e fini differenti. L’apice di questa parabola artistica sta nella concretizzazione materica del segno, che non è solamente gestualità informale e liberazione delle proprie energie interiori.

La dicotomia, trattata da Gino Berardi, richiama un antico postulato della filosofia platonica: l’interazione tra materia e forma. Il primo termine fa riferimento al magma primordiale della creazione, il secondo, invece, elabora la materia per la generazione di manifestazioni superiori.

Cosi, nelle ultime opere dell’artista, emergono, prepotenti dalla tela, tracce materiali che conferiscono tridimensionalità e plasticismo. La sperimentazione del Maestro Gino Berardi elabora, ora, tutti gli aspetti e le possibilità dell’informale, lasciando la strada aperta ad altre modalità di creazione artistica.

Valeria Fatato

Comunicato a cura di Elisabetta Mancinelli
email: mancinellielisabetta@gmail.com


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