Movimento 5 Stelle: "Il Nuovo Scippo Dalla Maggioranza"

26 Febbraio 2015   12:14  

Articolo 1, comma 3 dello Statuto della Regione Abruzzo: “L’Aquila è il Capoluogo della Regione Abruzzo e sede degli organi istituzionali”.

Noi aquilani ci siamo spesso, anzi purtroppo spessissimo, necessariamente dovuti appellare a questo piccolo-grande articolo dello Statuto Regionale difeso con i denti e con i moti a causa dei soliti sciacalli scippatori e anche oggi ci siamo trovati di fronte, dopo la denuncia del consigliere comunale Angelo Mancini, a un nuovo, chiaro e premeditato progetto diabolico di furto istituzionale.

Un furto che proviene proprio dal partito di maggioranza in Regione. Maggioranza di cui fa parte anche un aquilano che del campanilismo estremo ne ha fatto il principio cardine della propria campagna elettorale tappezzando il capoluogo di manifesti neroverdi che “consigliavano” di votare aquilano.

Ebbene gli stolti che hanno abboccato, sostenendo il suo partito ed entusiasmandosi agli annunci dell’attuale presidenza, in questi giorni stanno avendo significative risposte che lasciano una comunità, ormai all’orlo del collasso, a rendersi maggiormente conto di essere odiata e isolata, rimanendo con la solita rabbia per l’ennesima presa in giro.

Mentre alcuni media locali lodano in pompa magna l’operato dei beniamini, una notizia sta circolando quasi sottovoce e riguarda il decreto legislativo, inserito nel Jobs Act, sulla "Semplificazione delle attività ispettive in materia di lavoro e di legislazione sociale” dove i colleghi di partito dell’ aquilana di Onna, Stefania Pezzopane, hanno evidenziato che “gli Uffici dell'Agenzia non necessariamente devono avere sede nel capoluogo di regione, in quanto tale scelta non sempre appare funzionale alle attività di coordinamento che è loro richiesto, ad esempio in Abruzzo, anziché L'Aquila, dove peraltro non è disponibile alcun immobile, è possibile disporre di una sede capiente a Pescara".

Un articolo che lascia, oltre che di stucco, ben poco spazio alle interpretazioni; ci piacerebbe davvero conoscerne la firma da queste parti.

Al di là dell’ennesimo, vergognoso, putrido tentativo di rapina istituzionale da parte del Partito Democratico ai danni del capoluogo, mi chiedo: ma dove sono tutti gli altri? Che fine hanno fatto i vari paladini del capoluogo di destra e sinistra che in ogni campagna elettorale sventolano il campanile e l’identità cittadina per poi tradirli una volta ottenuto lo scranno? Addirittura abbiamo anche dovuto sopportare gli assurdi entusiasmi del sindaco Cialente, e della sezione aquilana del Partito Democratico tutto, nei confronti della sagra dell’aria fritta chiamata “legge sull’aquila capoluogo”; a nostro avviso un’ennesima presa in giro, un penoso tentativo di operazione di facciata volto a giustificare la solita pochezza politica che contraddistingue, da sempre, gli eletti aquilani all’emiciclo.

Non si può e non si deve rimanere indifferenti a quest’ennesimo scippo che, senza una risposta forte da parte dei cittadini, rischia davvero, dal primo gennaio 2016, di concretizzarsi in realtà nonostante i proclami dell’ultimo minuto dei protagonisti che chiedono di far chiarezza sulla vicenda.

Noi in realtà un’idea chiara e netta ce la siamo fatta e non è stato affatto difficile. E’ un rischio che non possiamo correre.


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