Nasuti a Febbo: "Consiglio regionale solo rinviato, per dare spazio alla Sevel"

10 Luglio 2013   13:13  

«E’ stato un attacco ingeneroso e fuori luogo, che l’assessore  regionale Mauro Febbo, peraltro esponente della provincia di Chieti, poteva risparmiarsi. Far scivolare in secondo piano il futuro economico della nostra Regione, in particolare della Sevel, rispetto alla celebrazione di un Consiglio regionale straordinario, a mio avviso, è stato un errore politico clamoroso».

È la replica del Presidente della I commissione, Emilio Nasuti, sulla posizione assunta dall’assessore regionale alle Politiche Agricole, Mauro Febbo, in merito al rinvio del Consiglio regionale.

«Voglio precisare – sottolinea ancora Nasuti – che il Consiglio regionale di ieri non è stato sciolto per assenza del numero legale in Aula come ha sostenuto l’assessore Febbo, bensì rinviato a martedì prossimo, come deciso all’unanimità dai componenti della Conferenza dei Capigruppo. Richiesta, peraltro, che è stata formulata dai gruppi consiliari di minoranza, gli stessi che avevano voluto il consiglio straordinario. La realtà, invece, è un’altra: l’assessore regionale Febbo – incalza Nasuti – con questa sua dichiarazione ha offuscato le prerogative della politica e ha perso l’occasione per esprimere vicinanza ai seimila lavoratori della Val di Sangro che da ieri, con l’intervento di Marchionne e con il supporto del Consiglio regionale tutto, hanno ricevuto la speranza di poter mantenere il posto di lavoro e garantire un futuro alle loro famiglie». «Voglio ricordare – aggiunge ancora Nasuti – che l’Amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, ha concesso all’Abruzzo una possibilità di crescita economica irripetibile, investendo sull’indotto circa 700 milioni di euro. E noi, come classe dirigente, dobbiamo accogliere con entusiasmo questi avvenimenti, promuovendo ogni singola iniziativa finalizzata a rendere esecutivi i nuovi investimenti sul territorio. Che tradotto – conclude Nasuti – significano più posti di lavoro, crescita del tessuto produttivo e benessere sociale per un’area come la Val di Sangro che da sempre è e rappresenta il motore economico della nostra regione».


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