Niente di nuovo lassù in vetta, ma alla Juve non bastano l'uomo in più ed una perla di Tevez

Allegri: "Bene per 70 minuti, poi ci siamo fermati"

03 Marzo 2015   05:00  

Si è concluso con un pari per 1-1 il big match dell'Olimpico tra la Roma e la Juventus, giusto epilogo di un confronto accesosi solo negli ultimi venti minuti.

La distanza tra i bianconeri primi ed i giallorossi secondi è rimasta invariata a 9 punti, ma per la Vecchia Signora non mancano i rimpianti per il mancato allungo a +12.

Al 64' il momento cruciale del match, con fallo da doppia ammonizione ed espulsione per Torosidis al limite dell'area romanista e magistrale punizione di Carlos Tevez, che non fa rimpiangere Pirlo ed insacca alle spalle di De Sanctis il vantaggio juventino.

In vantaggio sia nel punteggio sia negli uomini, e con una Roma inizialmente provata, la Vecchia Signora avrebbe potuto avere vita facile nell'assestare il raddoppio e mettere in ghiaccio una ulteriore seria ipoteca sul quarto tricolore di fila.

Invece, come spesso accaduto negli ultimi tempi agli uomini di Allegri, sono venute meno sia la condizione fisica che soprattutto la concentrazione ai massimi, col risultato di una Roma che, spinta dall'orgoglio, si è rifatta sotto ed è riuscita a pareggiare con Keita una gara che sembrava ormai persa.

Nessun dramma, anzi un pareggio in casa della seconda non è mai da buttare via, così come i 9 punti di disavanzo dai secondi sono ancora tanti, ma in casa bianconera avrà certamente serpeggiato il rimpianto per non aver gestito meglio la gara nel momento topico.

Emblema del rimpianto juventino è stato a fine gara il tecnico Massimiliano Allegri, che non ha nascosto la sua amarezza ed ha bacchettato la sua squadra: "Sono contento della prestazione dei ragazzi per i primi 70 minuti, dopodiché abbiamo smesso di giocare. Il vantaggio sulla Roma è ancora importante, ma il campionato è ancora lungo, inoltre dobbiamo tornare a vincere in trasferta visto che da ormai tre partite non ci riusciamo".

Ha fatto bene dopotutto Allegri a pungolare i suoi: guai a credere che le gare siano già decise solo perché l'avversario gioca con un uomo in meno, e soprattutto mai pensare che i traguardi siano raggiunti prima del tempo. Piccole falle in un meccanismo ben consapevole di essere tra i migliori, ma che comunque vanno corrette.

Lorenzo Ciccarelli


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