Niki Aprile Gatti, il ricordo del tecnico informatico avezzanese in attesa della verità

04 Ottobre 2013   06:54  

L’Istituto tecnico industriale di Avezzano dedica un premio sulle nuove tecnologie a Niki Aprile Gatti.

Ma chi è Niki? Ogni anno in carcere si muore per cause da accertare, fra questi casi nel 2008 viene annoverato quello dell’avezzanese Niki Aprile Gatti.

Niki è un ragazzo appassionato di computer e questo hobby lo influenzerà nella sua professione. Dopo l’università, insieme a un compagno di studi, trova un lavoro che lo porta a trasferirsi da Avezzano (Aq) a San Marino. Realizza siti internet ed è programmatore per la società Oscorp S.p.A.

La mattina del 19 giugno 2008 riceve una telefonata dalla madre di un collega, che lo informa dell’arresto del proprio figlio con l’accusa di frode informatica.

Alle 14.30 dello stesso giorno Niki esce dallo studio dell’avvocato dell’azienda, dove si era recato per aver maggiori dettagli sul fermo del collega, lì viene fermato dalla polizia e arrestato, con la stessa accusa di frode informatica; è portato poche ore dopo al carcere di massima sicurezza di Sollicciano (Fi) in attesa di ulteriori controlli. Da subito si dichiara collaborativo, a differenza delle altre 17 persone, arrestate per la stessa vicenda, che si avvalgono della facoltà di non rispondere. La sua permanenza in carcere è breve: lo trovano impiccato nella sua cella quattro giorni dopo, il 24 giugno.

La madre Ornella Gemini, non può credere all’ipotesi del suicidio. Troppi particolari non convincono: se tra tutti i dipendenti arrestati Niki è l’unico disposto a collaborare, perché è stato mandato da solo a Sollicciano? Perché è stato separato dagli altri?

E’ un ragazzo incensurato che non ha opposto resistenza all’arresto, perché allora è stato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza?

A questi interrogativi si sommano i dubbi che riguardano le modalità del suicidio: non è del tutto plausibile che un ragazzo di oltre 90 chili si impicchi con un laccio da scarpe in una cella di soli 2 metri quadri e proprio nel momento dell’ora d’aria.

Non viene effettuato alcun esame tossicologico nonostante un livido a forma di cerchietto sulla spalla. A un mese dal funerale il suo appartamento viene saccheggiato. Carte, documenti e computer spariscono nel nulla.

Niki viene accusato dalle autorità di essere tra i responsabili delle frode nell’ambito dell’inchiesta «Premium», l’indagine che coinvolge diverse società di telefonia tra cui Orange, At&T, TMS, FlyNet e la stessa Oscorp S.p.A.

Agli indagati scritti nella lista sono contestati a vario titolo reati di associazione a delinquere, truffa informatica, installazione non autorizzata di congegni anti-intercettazioni, riciclaggio di denaro, interruzione non motivata delle comunicazioni telematiche e informatiche.

Al di là delle indagini resta il nodo di un trattamento troppo duro e alquanto ambiguo per un ragazzo incensurato e disposto a collaborare, e di un suicidio che lo stato ha preferito archiviare come suicidio, piuttosto che indagare per cercare la verità e rendere giustizia a chi l’aspetta da cinque anni.

Samanta Di Persio


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