Obama a Trump: "Putin non è nella nostra squadra"

07 Gennaio 2017   09:09  

"Vladimir Putin non è nella nostra squadra". Lo ha detto il presidente americano uscente Barack Obama, rivolto al successore Donald Trump, in un'intervista all'emittente Abc dopo che un rapporto dei servizi americani ha accusato il leader russo di aver "ordinato" una campagna per influenzare le elezioni americane a favore del miliardario newyorchese.

"Una delle cose che mi preoccupano è il livello cui siamo arrivati, con repubblicani, opinionisti e commentatori televisivi che sembrano avere più fiducia in Vladimir Putin che in altri americani perché questi americani sono democratici. Questo non può essere", ha affermato Obama. "Dobbiamo ricordarci che siamo nella stessa squadra. Vladimir Putin non è nella nostra squadra", ha aggiunto il presidente, secondo le anticipazioni dell'intervista che sarà trasmessa domani.

Secondo il rapporto delle agenzie di intelligence americane, del quale è stata resa nota al pubblico una versione di 14 pagine, il presidente russo Putin ha "ordinato" una campagna per influenzare le elezioni americane. La campagna puntava inizialmente a minare la fede del pubblico nel processo democratico, a "denigrare" la candidata democratica Hillary Clinton e a danneggiare la sua futura presidenza. Successivamente la Russia ha "sviluppato una chiara preferenza per il presidente eletto Trump", si legge nel rapporto messo a punto da Cia, Fbi e il Direttore della National Intelligence.

Le tre agenzie hanno concluso che i servizi russi di intelligence sono penetrati in numerosi sistemi informatici legati ai partiti politici americani e hanno trasmesso le email trafugate a Wikileaks. La campagna russa è andata oltre la pirateria informatica, con propaganda sulle piattaforme di news controllate da Mosca e un estensivo uso dei social media e di "trolls" per ampliare la discordia elettorale negli Stati Uniti e incoraggiare l'opposizione alla Clinton.

Malgrado questi sforzi, i russi erano convinti che sarebbe stata la Clinton a vincere le elezioni e già si preparavano a minare la sua legittimità dopo la vittoria. Secondo il rapporto, "i blogger pro Cremlino avevano già preparato una campagna su Twitter #DemocracyRip" (democrazia riposa in pace) da diffondere dopo le elezioni, che è stata però messa da parte quando ha vinto Trump.


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