Oliviero Toscani a L'Aquila: ''Se fossi un ventenne me ne andrei da questa città''

Aquilani in digitale, ovvero un'iniziativa dell'associazione Nuvola verde in collaborazione con l’Orchestra Città Aperta, volta a  ripopolare L’Aquila almeno virtualmente, per tenere alta l'attenzione.

Coinvolto nell'iniziativa il noto fotografo Oliviero Toscani che al nostro microfono spiega:

''Con il mio progetto Razza umana sto girando il mondo a fotografare la gente, e sono venuto anche qui a L'Aquila, perchè c'è gente particolare, socialmente e moralmente interessante. Voglio vedere queste facce e questi occhi.''

E aggiunge: ''Le macerie non mi interessano, sapiiamo tuti cosa sono. Queste non non sono le macerie di una guerra, sono quelle della natura, è come se la natura rifiuti gli esseri umani.''

E infine una sua riflessione molto poco political correct, non condivisibile forse, ma almeno non retorica e di mera e stucchevole circostanza: 

''Vedo qui una stato di inerzia, c'è un tirare a campare, non c'è molta voglia di ricostruirla questa città. Non è colpa degli aquilani. Sono forse le speculazioni che sono avvenute qui. Non c'è entusiasmo. Il problema non sono i soldi. E' che siamo uno strano paese, dove si specula sulle tragedie, dove ci sono tanti situazionisti della catastrofe.

L'Aquila è lo specchio di un popolo. E' tutta l'Italia ad essere terremotata. Per questo mi sento aquilano anche io.  

Voglio bene al mio paese, ma ha un senso? Viviamo nell'illusione che ci sia uno Stato che si occupi di noi, come fosse la mamma. La verità è che lo Stato se ne frega di noi. A me hanno chiesto solo soldi senza darmi nulla. Non aspettiamoci niente dallo Stato. Ci vorrebbe una rivoluzione.''

Infine un implicito e spassionato consiglio ai giovani aquilani: ''Io se fossi un ventenne me ne sarei già andato da L'Aquila''

di Filippo Tronca
immagini e montaggio Marialaura Carducci