Ombrina Mare, secondo il mondo scientifico i dati forniti dalla Medoilgas non tornano

13 Giugno 2013   14:36  

Dopo associazioni ambientaliste, politici e cittadini abruzzesi anche il mondo accademico si addentra nel dibattito relativo al mega progetto petrolifero di Ombrina Mare.

Un gruppo di accademici dell'Università "D'Annunzio", coordinati dal professor Giampiero Di Clinio, ha infatti intrapreso un'attività di ricerca scientifica circa gli effetti a dir poco devastanti che l'impianto avrebbe sull'ambiente ed il territorio circostanti, ed ha presentato i risultati di cui é entrato in possesso in una conferenza stampa organizzata dal WWF Abruzzo nella persona della consigliera Fabrizia Arduini presso il Caffé Letterario di Pescara.

"Abbiamo avuto particolare premura di evidenziare l'impatto che la realizzazione di Ombrina Mare causerebbe in termini ambientali", ha affermato la dottoressa Maria Rita D'Orsogna, una delle componenti dell'equipe, "sia per la periolosa vicinanza delle strutture alla costa, per di più in un tratto sede di una riserva naturale, sia perché abbiamo potuto appurare che in quella zona il vento spira dal mare verso la terraferma, per cui i danni sarebbero inevitabili. Senza contare gli incidenti di vario tipo che, stando a studi britannici, avvengono frequentemente sulle FSPO, ovunque si trovino".

Secondo la professoressa Loredana Pompilio, inoltre, "i dati relativi alle sorgenti di emissione presentano incongruenze: quelli relativi alle simulazioni risultano infatti 300 volte inferiori di quelli contenuti nei documenti ufficiliali della Medoilgas. Poiché le sorgenti sfiorano comunque i limiti di legge, costituendo un pericolo sia per l'ambiente che per coloro che andrebbero a lavorare a bordo dell'impianto, la commissione VIA dovrebbe fare al più presto chiarezza e verificare gli effettivi rischi".

Lorenzo Ciccarelli


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