Omicidio Ancona, Antonio, il fidanzato Scriveva "Li Ammazzo"

10 Novembre 2015   06:21  

'Confesso l'omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini''. E' la frase scritta da Antonio Tagliata, 18 anni, in stato di fermo con la fidanzata sedicenne, per l'omicidio della madre della giovane, in un biglietto sequestratogli in casa dopo il fermo. ''Ero sicuro che sarei morto -si sarebbe giustificato il giovane nell'interrogatorio - ho scritto il biglietto per proteggere mio padre, che ha avuto problemi con la giustizia''.

Ed è in coma irreversibile, nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Torrette ad Ancona, Fabio Giacconi, il padre della ragazza, sottufficiale dell'Aeronautica. L'udienza di convalida del fermo dovrebbe tenersi domani, giorno in cui è fissata anche l'autopsia sul cadavere della Pierini. I pm, Andrea Laurino per Tagliata, e Anna Weger della procura dei minori per la sedicenne, continuano intanto a raccogliere le testimonianze di vicini e familiari dei Giacconi e di Tagliata. Si cerca di completare il quadro dello scenario in cui è maturato il delitto, scatenato, sembra, dalla contrarietà dei Giacconi alla storia d'amore dei due ragazzi. Per conoscere i risultati delle prove Stub sulla cal. 9 - ''ho sparato io'' ha detto Antonio, ''la pistola non l'ho toccata'' la versione della minore - si dovrà attendere ancora qualche giorno. Sull'arma sono stati eseguiti anche accertamenti relativi alle impronte e al Dna di chi l'ha maneggiata. Esami di laboratorio cercheranno di risalire anche al numero di matricola della pistola, cancellato. Antonio Tagliata è rinchiuso in carcere, la sedicenne si trova in una comunità protetta.

''E' stata lei a dire 'spara'''. Il procuratore Andrea Laurino, titolare dell'inchiesta sull'omicidio di Ancona, ha confermato che Antonio Tagliata ha fornito questa versione durante l'interrogatorio in caserma, attribuendo la frase alla fidanzatina sedicenne. A riferire la frase pronunciata da Antonio era stato ieri il padre del ragazzo, Carlo, convinto che la minorenne abbia spinto il ragazzo a far fuoco.

"Antonio Tagliata - afferma il legale del ragazzo, Luca Bartolini - si è consegnato spontaneamente ai carabinieri, ha subito dichiarato di essere stato lui a sparare specificando però che la sua intenzione non era quella di uccidere. Voleva un chiarimento, lui e la sua fidanzata cercavano un chiarimento con i genitori di lei. Per il momento - aggiunge - non ci sono novità, stiamo aspettando la notifica per la convalida all'arresto da parte del GIP che probabilmente arriverà già domani". "La storia - aggiunge il legale - è molto più complicata di come è stata raccontata fino a questo momento. I due stavano insieme da quattro mesi. In un primo tempo il rapporto era ben visto dai genitori di lei. Per un periodo, una ventina di giorni, lei ha vissuto a casa di lui con il consenso dei genitori. Poi il padre di Antonio ha chiesto alla madre della ragazza di venirsela a riprendere, perché il rapporto tra i due gli sembrava troppo simbiotico. Non uscivano mai, stavano sempre chiusi in casa". "La ragazza quindi è tornata dai suoi genitori - prosegue il legale - e a un certo punto è scappata di casa, si sarebbe addirittura rivolta ai carabinieri per avere un aiuto contro i suoi genitori. Poi qualcuno ha raccontato ai genitori della ragazza che il papà di Antonio, da giovane, ha avuto dei problemi con la giustizia, così i genitori di lei hanno deciso di proibirle ogni tipo di contatto con Antonio".

Intanto nella mente della sedicenne si affollano molte domande. "Cosa faccio ora? Dove devo andare? E la scuola...". La giovane, ospitata per ora al Centro di prima accoglienza per minori, ha incontrato oggi il difensore Paolo Sfrappini


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