Omicidio Rea: Impeto omicida o fredda premeditazione, tutte le piste sono aperte

22 Aprile 2011   21:05  

Tutte le piste sono aperte, tutte le ipotesi "sono ammesse" per la scomparsa misteriosa e la morte atroce di Carmela Rea, detta Melania, la mamma di 29 anni allontanatasi il 18 aprile dal pianoro del Colle San Marco dove si trovava con il marito e la figlioletta di un anno e mezzo e ritrovata uccisa a colpi di arma da taglio (probabilmente un coltello a serramanico) due giorni fa nei boschi del Teramano.

Sul caso procedono contro ignoti, affiancate, in attesa di determinare la competenza territoriale, le procure di Ascoli Piceno (che segue le indagini di polizia giudiziaria) e quella di Teramo (che si occupa degli esiti dell'autopsia). Non ci sono punti di partenza, dice il comandante provinciale dei carabinieri Alessandro Patrizio, che oggi ha partecipato ad un sopralluogo con i pm Umberto Monti (Ascoli) e Greta Aloisi (Teramo), alla presenza del marito della vittima Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell'esercito in servizio ad Ascoli Piceno.

Si raccolgono elementi per poi arrivare a restringere il cerchio delle ipotesi. Oltre alla ricostruzione di routine del contesto familiare della coppia - molto unita secondo i parenti più stretti -, il rapporto con la comunità di Folignano, dove abitano, e con l'ambiente di lavoro del marito, gli investigatori hanno un fortissimo elemento in mano: il cadavere martoriato di Melania, trafitta da 35 coltellate, poche profonde, alcune solo tagli superficiali.

Tra le certezze, anche il fatto che l'assassino o gli assassini hanno infierito sul corpo della vittima, in un raptus o momento di furia cieca. Gli inquirenti attendono che quel povero corpo - alto, snello e attraente quando la giovane era in vita - "parli": è stato scoperto poche ore dopo la morte in un'area visibile, segno che chi l'ha portata lì voleva che fosse trovata presto.

Oltre alla collocazione temporale del decesso (qualche ora dopo la scomparsa) ci sono accertamenti da compiere su eventuale materiale trovato sotto le unghie, sullo sfregio simile a una svastica inciso su una gamba, sulla siringa conficcata nel seno, forse in un tentativo di depistaggio o forse contenente un sedativo.

Secondo gli inquirenti, è certo che l'assassino o gli assassini hanno infierito sulla vittima. Melania è scomparsa in pieno giorno lungo una strada asfaltata dietro un'area giochi dove si trovavano il marito e la bimba, mentre era diretta ad un bar ristorante. Una zona tranquilla, non il bosco di Cappuccetto Rosso, dove comunque sboccano alcuni sentieri.

Ma nella zona, attentamente perlustrata oggi dai carabinieri del Ris e ancora una volta dai cani, non sono stati trovati segni di trascinamento, frammenti di abiti o comunque tracce di colluttazione. Dietro la strada, ci sono boschi e poi campi, dove si trovano alcune roulotte, che sono state controllate dal Corpo Forestale dello Stato, ma anche in questo caso senza trovare nulla di rilevante.

Forse Melania è salita in auto con qualcuno che conosceva, oppure è stata stordita e portata via. Nella zona - ha sottolineato il colonnello Patrizio - non sono state trovate "tracce di persone estranee".

Gli inquirenti, gli investigatori e i familiari di Melania hanno poi ripercorso il probabile tragitto della vittima e del suo assassino, lungo la strada provinciale 53 che arriva al bosco delle Casermette, dove il corpo è stato scoperto in un'area picnic.

Lungo quel tragitto ci deve essere stata qualche tappa intermedia, un luogo in cui la giovane donna è stata trattenuta per qualche ora, prima e dopo il decesso.

Non si trascura nulla: accertamenti "su tutte le utenze telefoniche di tutti", compresa una seconda sim card in possesso di Melania, trovata a casa, ma che comunque non sembra particolarmente rilevante.

Sfuma anche un ipotetico coinvolgimento dell'anonimo telefonista che ha chiamato il 113 di Teramo due giorni, segnalando la presenza del cadavere. Il ritrovamento, secondo i carabinieri, è stato casuale, forse da parte di un cercatore di funghi che non voleva essere coinvolto.

Meno plausibile appare l'ipotesi di un serial killer: a gennaio, a due chilometri dal luogo in cui è scomparsa di Melania, fu trovato il cadavere di Rossella Goffo, funzionaria della Prefettura di Ancona sparita circa un anno da e dall'aspetto apparentemente simile a quello di Melania: lunghi capelli scuri e sguardo intenso.

Due casi molti diversi, secondo gli inquirenti: per la Goffo c'é un indagato per omicidio. Così il cerchio si chiude tornando ai primi elementi a disposizione: la vita della coppia Parolisi e le loro frequentazioni.

Gli investigatori, che sono al lavoro anche in serata, stanno conducendo accertamenti in particolare nell'ambiente di lavoro del caporalmaggiore Parolisi, addestratore delle reclute femminili del 235/o Reggimento Piceno.


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