Omicidio Rea: Parolisi parla davanti i giudici e si dichiara innocente

La seconda udienza del processo d'Appello

27 Settembre 2013   11:31  

 

"Le difese hanno insistito su quanto si sapeva, non ce' niente di nuovo ma certamente riflettero'". Lo ha detto il procuratore generale Romolo Como al termine dell' arringa difensiva dell' avvocato Nicodemo Gentile, durata cinque ore, nel corso della la seconda udienza in Corte d'Assise d'Appello a L'Aquila che vede imputato l'ex caporal maggiore dell'Esercito Salvatore Parolisi, accusato, e condannato all'ergastolo, di aver ucciso la moglie Melania Rea il 18 aprile del 2011 con 35 coltellate. Teatro dell'omicidio era stato il boschetto delle Casermette a Ripe di Civitella del Tronto.

L'avvocato alla fine ha chiesto l' assoluzione per Salvatore Parolisi. "Abbiamo fatto tutto il possibile - ha detto - per ingenerare un dubbio alla Corte. E' un grande risutato. Speriamo ora nel convincimento totale sull'innocenza di Parolisi".

L'udienza era processo era cominciata con la deposizione spontanea di Salvatore Parolisi è iniziata oggi a L'Aquila la seconda udienza del processo d'Appello al caporalmaggiore condannato all'ergastolo in primo grado per l'omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto il 18 aprile 2011.

Salvatore Parolisi è arrivato al Palazzo della Corte di Appello dell'Aquila poco prima delle 9.00 dal carcere di Castrogno.

Oggi la difesa, affidata agi avvocati Nicodemo Gentile e Walter Biscotti nell'udienza a porte chiuse calerà le sue carte per ottenere il ribaltamento della sentenza.

Nella sua dichiarazione spontanea davanti ai giudici Luigi Catelli e Armanda Servino Salvatore Parolisi si è professato innocente e avrebbe spiegato dettagliatamente ai giudici il rapporto di coppia tra lui e Melania. Aspetti della vita coniugale e familiare che secondo l'imputato sono stati fraintesi.

A riferire all'Agi le parole di Parolisi il fratello di Melania Rea Michele: 

"Ha detto di essere innocente - racconta Michele Rea . di Melania ha parlato, ha detto che le voleva bene anche se la tradiva, non so che significato abbia, io voglio bene ad una persona ma la tradisco".

''Per la pima volta - ha aggiunto Michele - il suo sguardo lo ha indirizzato verso di noi: dopo due anni non so come ha fatto, il tutto per dirci che noi facciamo tutto per la bambina e ci ha ringraziato per questo fatto.

Delle bugie e dei trans non si e' parlato per niente. Parolisi ha parlato cinque minuti.

Per me lui rappresenta il nulla, non mi fa ne' caldo ne' freddo, mi dispiace solo per quella povera bambina che comunque un giorno dovra' sapere e mi dispiace anche per Melania che ha avuto a che fare con questa persona".  

A seguire l'arringa dell'avvocato Walter Biscotti che spiega:

"Abbiamo iniziato ad offrire alla Corte d'Assise d'Appello, ma a questo punto anche alla pubblica accusa, quella che e' la ricostruzione dei fatti cosi' come accaduti senza la presenza e la partecipazione di Parolisi all'omicidio.

Abbiamo preso la sentenza e rigo per rigo, fatto per fatto, abbiamo cercato di ricostruirla per far capire se ogni fatto che espone il giudice sia corroborato da certezza, da precisione e da concordanza.

Abbiamo dimostrato documentalmente - ha aggiunto - che la ricostruzione del giudice di primo grado almeno dalle 14.55 in poi non regge, pertanto abbiamo invocato che la decisione non puo' non essere la dichiarazione di Salvatore Parolisi come estraneo a tutti i fatti contestati. Abbiamo dimostrato proprio attraverso la documentazione di orari di celle, di testimonianze di telefonate, che Parolisi non puo' aver commesso ne' l' omicidio, ne' un depistaggio.

Non era presente sul luogo dell' omicidio perche' non c'e' niente sul luogo del delitto che puo' ricondurre a lui.

C'e', invece - secondo Biscotti - molto di altro afferente ad altri soggetti rimasti ignoti ma non possiamo piu' fare tutte le indagini perche' molta documentazione, molti reperti, sono stati distrutti quindi noi dal nostro punto di vista abbiamo certamente messo dei dubbi alla Corte, su questo ne simo convinti.

Abbiamo avuto certamente grandissima attenzione dai giudici perche' non abbiamo ricostruito i fatti secondo le fantasie come ha fatto il giudice di primo grado al quale devo dire e devo riconoscere che e' un giudice che certamente ha fatto un buon dibattimento fornendo tutte le garanzie della difesa in dibattimento ma durante la sentenza poi ha sbagliato"

La pensa come ovvio diversamente l'avvocato della famiglia Rea,  Mauro Gionni, che fuori dall'aula commenta: 

Le differenze sulle motivazioni e sul movente tra il giudice di primo grado e il procuratore generale rafforzano la colpevolezza di Parolisi perche' ogni indizio fa sempre capo alla stessa persona.

Le richieste della difesa a mio avviso non verranno accolte perche' siamo di fronte ad un rito abbreviato in fase di appello nell'ambito del quale le parti non possono chiedere altre perizie e altri approfondimenti ma e' solo la Corte che ha la facolta' di concederli.

Anche noi abbiamo presentato una istanza sulla denuncia fatta alla procura di Napoli in riferimento all'utilizzo dei 130 mila euro che erano sul conto di Parolisi'".

Il procuratore generale della Corte d'Appello Romolo Como nella prima udienza ha chiesto la conferma all'ergastolo e delle aggravanti che sono crudeltà, minorata difesa e vilipendio del cadavere senza le quali la Corte non potrebbe tecnicamente confermare l'ergastolo.

Specificando però che va corretta l'impostazione delle motivazioni e la parte del movente, le motivazioni sono imprecise e male impostate ma non è che l'eventuale difetto comporti qualcosa sulla sentenza. La Corte può anche dare una diversa motivazione e arrivare allo stesso risultato.

Può essere verosimile che sia collegato ai rapporti con la moglie e cioè, all'imbuto in cui si è trovato. Rispetto ad altre discordanze tra quanto si dice nella motivazione della sentenza e in particolare sulla presenza di Parolisi nei due luoghi, Como sottolinea che ''lì forse la sentenza è stata precipitosa nel dare interpretazioni: in base alla sentenza infatti si potrebbe dire che, anche fosse vero che inizialmente Parolisi fosse stato visto da alcune persone a Colle San Marco, ciò non esclude che potesse essere passato prima a Colle San Marco e poi al bosco delle Casermette. Sarebbe stato dirimente se Parolisi fosse stato visto successivamente all'omicidio, per questo ho chiesto la conferma dell' ergastolo''.

Si saprà nella giornata di lunedì 30 settembre, cioè nel corso della terza udienza se ci sarà la sentenza oppure se ci sarà un nuovo approfondimento sulle prove a carico dell'imputato.

 


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