Omicidio Spoltore: Morrone avrebbe confessato dopo riavvicinamento alla religione

19 Dicembre 2012   12:42  

Un segreto sepolto per ben 22 anni, che è stato rivelato nella sua autentica forma solo da pochissimi giorni. Si tratta dell’omicidio di Teresa Bottega, all’epoca 35enne, uccisa dal marito Giulio Cesare Morrone, che nel 1990 aveva denunciato l’allontanamento e la successiva scomparsa della donna a causa dei continui litigi che facevano da cornice ad un matrimonio da tempo in profonda crisi.

L’omicidio,stando alle prime confessioni dell’uomo, sarebbe maturato in un momento di ira dello stesso, che dopo aver ucciso la moglie ne avrebbe portato il cadavere nel Ferrarese, e lo avrebbe gettato in un canale presso la località di Bondeno. Secondo il capo della squadra mobile di Pescara, Pierfrancesco Muriana, a convincere l’uomo a confessare il delitto, dopo aver tra l’altro fatto credere per tutto questo tempo ai figli (un maschio, purtroppo morto in un incidente l’anno scorso, ed una femmina, sposata con figli) che la madre fosse scappata di casa, sarebbe stato il recente avvicinamento alla religione.

Un ruolo molto importante nel ravvedimento di Morrone sarebbe stato svolto, nello specifico, dal sacerdote cui l’uomo aveva per primo confessato i reali contorni della vicenda relativa alla scomparsa della consorte. Sempre stando al dottor Muriana, il sacerdote non avrebbe violato il segreto confessionale denunciando l’uomo alle autorità, ma avrebbe comunque provveduto a convincere l’uomo a confessare il delitto e dunque liberarsi di un peso.

Attualmente Morrone è sotto indagine da parte delle autorità ma, in virtù del tempo trascorso dal fatto e della sua confessione, andrà a processo da uomo libero. Nel frattempo, la Procura di Pescara ha già eseguito sopralluoghi presso Bondeno, al fine di scovare eventuali tracce utili al ritrovamento del cadavere di Teresa Bottega, ma sussiste anche la possibilità che il corpo possa all’epoca essere stato recuperato e catalogato come ignoto. Qualora fosse individuato, un eventuale esame del Dna potrebbero consentire di identificarlo

La squadra mobile di Pescara è inoltre ragionevolmente convinta che, oltre che con il sacerdote, l’uomo si sia confidato con altre persone, e confida di riuscire ad ottenere la loro collaborazione per definire i contorni della vicenda.

Lorenzo Ciccarelli


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