On the road: trasposizione sbiadita di un romanzo che ha fatto storia

Recensione film

14 Ottobre 2012   10:19  

Regia: Walter Salles

Cast: Kristen Stewart, Garrett Hedlund, Kirsten Dunst, Sam Riley, Viggo Mortensen.

Genere: Drammatico

Voto: OO 1/2

Nell'America degli anni '40 si incontrano Sal Paradise (Sam Riley ), un giovane aspirante scrittore in cerca d'emozioni, e Dean Moriarty (Garrett Hedlund), un ragazzo bello, stravagante e anticonformormista. I due hanno molto in comune e l'amicizia/complicità che da subito si instaura tra loro, li porterà a vivere insieme esperienze al di fuori di ogni convenzione. Ad aiutarli in questo viaggio (reale e “spirituale”) attraverso gli Stati Uniti, ci sarà la disinibita Marilou (Krinsten Steward), un'adolescente desiderosa di fare nuove esperienze e fidanzata, moglie, ex moglie a seconda del momento, di Dean.

 

Il film è tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Jack Kerouac, manifesto della Beat Generation le cui pagine vengono riproposte, quasi letteralmente, dalla macchina da presa del regista. Le vicende legate a una trasposizione su grande schermo del romanzo partono da qualche anno dopo la stesura dello stesso, quando Kerouac contatta Marlon Brando suggerendogli l'acquisto dei diritti del libro: chi meglio di lui avrebbe potuto interpretare il ruolo di Dean?

   

In seguito sarà Francis Ford Coppola, produttore di “On the road”, a conquistarsi i diritti dell'opera, il quale però ( volente o nolente) cederà a qualcun altro il compito/impresa di dirigere questo film. Ecco allora che Walter Salles, dopo “I diari della motocicletta” , film riuscitissimo che narra le vicende del giovane Che Guevara, torna a misurarsi con il genere road movie, non riuscendo però a eguagliare il risultato precedentemente raggiunto.

Se è vero che la trasposizione di un'opera divenuta leggenda come “On the road” non era un'impresa da poco, è pur vero che il film si limita a raccontare le vicende dei personaggi in maniera quasi didascalica, senza minimamente incarnare lo spirito che li animava.

 

Il viaggio, le droghe, la trasgressione sessuale diventano allora niente più che il desiderio di due ragazzi che non sanno cosa fare della propria vita e vogliono solo divertirsi per evitare di pensare: un film che potrebbe essere perfettamente ambientato nel presente.

Riferimenti storici (come letterari), cardine del romanzo di Kerouac, diventano un contorno, un incontro che lo spettatore fa per puro caso, quando il suo sguardo intravede per un secondo un romanzo di Proust poggiato su un comodino o ascolta distrattamente le parole del presidente degli Stati Uniti alla televisione. Solo alla musica viene dato uno spazio leggermente più ampio ma sempre a livello descrittivo mai contenutistico.

 

A favore del film di Welles giocano l'ottima interpretazione di Garrett Hedlund e Krinsten Steward, che non bastano però a restituire la freschezza e l'unicità di un romanzo che ha segnato un'epoca.

di Maria Rita Graziani


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