Operazione Social dumping: Per gli Operai Romeni Pagati 50 Euro a Giornata, Poi Reinvestiti in Nero

30 Luglio 2015   08:55  

Le persone arrestate sono accusate a vario titolo di essersi associate per commettere una serie indeterminata di reati fiscali, di autoriciclaggio, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

In particolare, secondo gli inquirenti, Otescu e D'Errico, riuscivano a procurare agli amministratori delle ditte impegnate nella ricostruzione post terremoto dell'Aquila, (oggetto dell'inchiesta della Dda dell'Aquila) manodopera romena a basso costo "giustificando formalmente - si legge nell'ordinanza - la presenza, con il ricorso del contratto di distaccamento in violazione di legge. Tutto cio' - si legge sempre nell'ordinanza di custodia cautelare a firma del Gip del Tribunale dell'Aquila - per procurare ai titolari delle ditte edili documenti fiscali utilizzati sia ai fini dell'evasione delle imposte e per la costituzione di fondi 'neri' da reimpiegare in attivita' economiche e speculative".

Secondo le complesse indagini portate avanti dal colonnello Giuseppe Donnarumma, comandante provinciale dei carabinieri dell'Aquila, Otescu si occupava del reclutamento basso costo in Romania da inviare in Italia;

di fungere da principale referente del sodalizio criminale per il pagamento della retribuzione (50 euro a giornata) e per le questioni relative alla sistemazione alloggiativa degli stessi, della creazione di ditte ad hoc costituite con il solo scopo di celare la complessa attivita' di intermediazione illecita di manodopera, di emettere fatture 'a saldo' per operazioni inesistenti allo scopo di consentire alle ditte di evadere le imposte e giustificare l'uscita di somme nella contabilita' delle ditte italiane poi restituite loro 'in nero';

di fungere da corriere nei viaggi in Romania per la restituzione degli importi indicati nelle fatture per operazioni inesistenti. D'Errico, sempre secondo l'accusa avrebbe coadiuvato Otescu nella gestione della parte contabile, intrattenendo rapporti con le ditte per il conteggio delle giornate lavorative, per l'emissione delle fatture ed effettuando viaggi in Romania per la restituzione 'in nero' delle somme. Di Donato, Di Bartolomeo, Di Meo e Salvatore, quale appaltatori di ingente importo per la ricostruzione post sisma, si occupavano di garantire una domanda di manodopera costante nel tempo, per ottenere vantaggi sotto forma di emissione di fatture per operazioni inesistenti, per giustificare l'uscita contabile di somme, poi rientrate 'in nero' da reinvestire in attivita' economiche e speculative. 


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