Palazzo De Cecco, 9 milioni spesi da Marino Roselli, ma risulta ancora parzialmente inagibile

25 Febbraio 2014   09:36  

Ne avevamo parlato in tempi non sospetti ricevendo anche le critiche di molti esponenti del centrosinistra al tempo del Governo di Ottaviano Del Turco.

La scelta di Marino Roselli, ex delfino di Luciano D'Alfonso, di comperare il Palazzo ex De Cecco per 9 milioni di euro e utilizzare il palazzo per accogliere gli uffici del Consiglio regionale nel capoluogo aveva diviso anche parte del centrosinistra con il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e la senatrice Stefania Pezzopane allora presidente della provincia dell'Aquila che avevano gridato all'inutile doppione.

Proprio D'Alfonso, però, richiamò in qualità di segretario regionale del PD Cialente e la Pezzopane e li invitò "a superare il campanilismo".

Nel centrodestra dopo la levata di scudi contro Roselli solo Giuseppe Tagliente e Gianni Chiodi lo ritenevano "un'anomalia", zittiti dal collega in regione e capogruppo al comune di Pescara, Lorenzo Sospiri, che disse: "non si tocca e non è messa in discussione".

Oggi dopo anni di funzionamento a singhiozzo, con la sala principale la "De Cecco" chiusa perchè non "a norma" per contenere le 428 persone della capienza accordata e con svariati pareri, prima dell'Enea che giudicava l'intera struttura sismicamente sicura solo al 45% l'ufficio di Presidenza del Consiglio regionale il 13 febbraio scorso ha confermato l'interdizione al pubblico della sala e ha riapprovato l'uso dei soli uffici tecnici e politici.

Nel documento si conclude in modo perentorio:

[...] per le motivazioni espresse in narrativa che qui si intendono integralmente richiamate:

2. di confermare l’interdizione all’uso della Sala De Cecco sino all’effettuazione dei necessari interventi di adeguamento sismico, in quanto da considerarsi “edificio aperto al pubblico suscettibile di grande affollamento, il cui collasso può comportare gravi conseguenze in termine di perdite di vite umane”;

3. di mantenere in esercizio la porzione di fabbricato adibita ad uffici, in considerazione delle risultanze finali dello Studio condotto dall’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie e lo sviluppo - ENEA Unità Tecnica Caratterizzazione, Prevenzione e risanamento Ambientale – Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti;

4. di dare mandato alla Direzione Attività Amministrativa di interessare l’Avvocatura Regionale per l’esame della documentazione riguardante la vicenda in parola al fine di valutare l’esperibilità di una azione estimatoria nei termini di cui in narrativa, oltre alla valutazione in ordine alla trasmissione degli atti alla Corte dei Conti per una opportuna verifica della esistenza di un eventuale danno patito dall’Amministrazione acquirente;

5. di rinviare a successivi atti, in esito alle risultanze delle necessarie proposte progettuali ed al reperimento delle somme necessarie alla realizzazione degli stessi, gli interventi da eseguire sull’intero edificio per poter restituire all’uso anche la Sala De Cecco.

Insomma il presidente Nazario Pagano non intende investire più un euro sulla manutenzione e adeguamento del palazzo se prima non si stabilirà perchè si è deciso di comprarlo, perchè nessuno ha valutato i rilievi fatti dall'Enea solo dopo la compravendita e sentito il parere della Corte dei Conti su eventuali danni erariali ed una possibile azione giudiziaria a tutela dell'Ente sul venditore.

IL DOCUMENTO COMPLETO

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Allagato terzo piano del nuovo palazzo del Consiglio Regionale

 


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