Paolo Barnard: ecco come ti smonto il liberista europeista Giannino in 3 minuti e 45 secondi

14 Gennaio 2013   12:15  

Pubblichiamo il seguente articolo del giornalista Paolo Barnard dopodomani nel capoluogo abruzzese per il convegno “Salviamo L’Aquila - Salviamo l’Italia"

SMONTARE OSCAR GIANNINO IN 3 MINUTI E 45 SECONDI

Giannino predica all’Italia che l’euro ci stava salvando, se non fosse stato per il solito governo italiano ipertrofico e incompetente.

Ecco il gran proclama dell’Oscar:

Prendersela con l'euro è una scusa. Nei primi 8 anni, la moneta unica ha garantito all'Italia circa 700 miliardi di minor spesa pubblica per interessi, grazie allo spread bassissimo sui titoli tedeschi. Ma la politica italiana - destra e sinistra - ha preferito bruciarli alzando la spesa pubblica.

Nel 1990-2010 il Pil nominale è cresciuto del 121%, la spesa primaria del 152%. Di qui una risposta altrettanto sbagliata, con Berlusconi e anche con Monti: la stangata fiscale. Un conto è augurarsi un'Euroarea più cooperativa, altra è disconoscere l'azzardo morale dei politici nostrani.

Primo: i dati sono tutti sbagliati. Secondo: omette fattori di porzioni colossali, come uno che dicesse che all’Aquila l’assessorato all’edilizia se ne frega del centro storico senza ricordare che c’è stato un terremoto.

Gli spread fra Italia e Germania erano bassi anche prima dell’euro e tali sono rimasti, più o meno, fino al 2007.

In particolare erano bassi gli spread che più contano, quelli sui Credit Default Swaps. Fra l’altro, fino al 2007 erano bassi anche gli spread di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, rispetto alla Germania, con fluttuazioni varie ma mai nulla di simile a oggi. 

Quindi i 700 miliardi che Giannino sbraita come guadagno dell’euro se li è inventati lui sulla base di cali di spread immaginati da lui. Ripeto: gli spread erano bassi anche prima dell’euro.

La politica italiana non ha affatto alzato la spesa pubblica, che dal 2000 al 2009 è stata assai più bassa che dal 1990 al 2000. 

Giannino nella sua splendida analisi si dimentica di due piccole cose, cioè Nagasaki e Hiroshima.

Voglio dire:

A) che nel 2007 scoppia la più grave crisi finanziaria dal 1929 in tutto il mondo.

B) che questa crisi becca Italia, Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna con entrambe le mani legate dietro la schiena a causa della perdita di sovranità monetaria causata proprio dall’Eurozona (adozione dell’euro di proprietà della BCE).

I mercati vanno nel panico e PER QUESTO MOTIVO, cioè per il fatto che noi PIIGS non abbiamo più la capacità di emettere una nostra moneta liberamente per onorare i nostri debiti, ci alzano lo spread alle stelle, mentre si rifugiano obbligatoriamente nell’unico Paese, la Germania, che, pur avendo perduto anche lui la sua moneta, ha però un salvadanaio che scoppia grazie a un super export, e che ha un sistema industriale interamente rinnovato da anni A SPESE DELLO STATO, mentre a noi sti tedeschi ci imponevano di levare le mani dello Stato dalle nostre industrie, sti bari (i tedeschi).

L’impennata dello spread in Italia non ebbe nulla a che fare con i politici, ma tutto a che fare con la nostra perdita di sovranità monetaria.

Come infatti oggi il calo del nostro spread non ha nulla a che fare con Monti, come ho già scritto e spiegato (c’entra Draghi e altre diavolerie finanziare non italiane) 

La poca crescita dell’Italia dal 1990 al 2010 è un’altra bufala di Giannino, che non studia un accidenti, o che studia ma deve però zufolare balle per la pacca sulla spalla di Montezemolo.

Se si guardano i dati, tutti i maggiori Paesi industrializzati del mondo hanno ristagnato nelle crescita in quel periodo. I Paesi che sono cresciuti in assoluto di meno sono la Svizzera, poi il Giappone, poi l’Italia, poi la Germania.

Quelli che invece oggi crescono maggiormente, sempre se uno studia, sono: Qatar, Ghana, Mongolia e Turkmenistan, a prova del fatto, fra l’altro, che questo mito della crescita come dato assoluto di benessere economico è una scemenza. 

Ultimo è il proclama dell’Oscar (non per l’economia) secondo cui la formula magica per salvare l’Italia sarebbe “meno spesa pubblica, meno tasse!” Ta-dammm!!!!!!

Cioè, si faccia ben attenzione: lo Stato cala le tasse, e a noi cittadini e aziende viene in tasca, diciamo, 50.

Poi però taglia la spesa pubblica per cittadini e aziende, e se la taglia di 50, noi rimaniamo con un bello 0 in mano.

Allora avrebbe senso che lo Stato Gianninico tagliasse le tasse di 100 e la spesa di 50, così a noi almeno rimane 50, ok?

Ma se così accade, dove li va poi a prendere lo Stato i soldini eurini da restituire con interessi ai mercati di capitali privati che oggi, grazie dalla meravigliosa Gianninosa Eurozona, sono quelli che prestano a Roma ogni singolo centesimo che spende per gestire la nazione? Eh Oscar? No, perché la tua formula funzionerebbe se poi lo Stato che ci lascia 50 col taglio di tasse non se li riprendesse il doppio coi tagli alla spesa pubblica, potendolo fare grazie al fatto di avere una sua moneta sovrana, una sua Banca Centrale che lo garantisce, e che i mercati stanno tranquilli per questi motivi, come in USA, GB o Giappone. Solo così funzionerebbe la tua formula, con uno Stato monetariamente sovrano, come chiediamo noi della Mosler Economics MMT.

Ma tu Oscar vuoi il pasticcio dell’euro di cui sopra, e quello non funziona.

Oscar, se ti candidi come Ministro della Sartoria ti voto domani (forse). Lascia perdere il resto.

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore