Parco Regionlae Sirente Velino carrozzone inutile? Si apre il dibattito

29 Agosto 2013   16:01  

«Il Parco Regionale Sirente Velino, benché presente da oltre 20 anni, ha prodotto ben pochi risultati al nostro territorio»

E' la dura  provocazione lanciata dall'ex-sindaco di Rocca di mezzo Antonio Di Zitti che aggiunge:

Sin dagli anni ’70, quando il sottoscritto era sindaco di Rocca di Mezzo, si iniziò a discutere dell’istituzione del Parco caldeggiata dall’allora presidente della Comunità Sirentina Enzo Lombardi. Ho subito avanzato perplessità temendo che alla fine il Parco, benché nato sotto i più nobili auspici, si sarebbe ridotto a un inutile carrozzone senza alcun effetto propulsivo sulla crescita economica del comprensorio.Col senno di poi, posso affermare di avere le mie ragioni. Nella nostra comunità la maggior parte della popolazione critica la gestione dell’Ente, fatti salvi i pochi che ne traggono uno stipendio. Non erano ben altre le ambizioni iniziali? Le condizioni in cui versa il nostro territorio parlano da sole. Alcun concreto intervento a presidio delle nostre montagne è stato posto in essere e da quando si è ridotta l’attività agricola e boschiva, degrado e incuria la fanno da padroni. I progetti promossi dall’ente, sui quali mi piacerebbe tornare a discutere in un pubblico dibattito, non hanno avuto incidenza in ordine al miglioramento del patrimonio naturalistico, principale attrattiva turistica delle Rocche

Glòi risponde oggi  Ferdinando Lattanzi, Cgil Funzione Pubblica:

''L'intervento dell'ex sindaco di Rocca di Mezzo Antonio Di Zitti, l'ultimo in ordine cronologico dalla sciagurata proposta avanzata dal Consigliere Regionale Luca Ricciuti di riperimetrazione del Parco Regionale Sirente Velino, mi stimola ad intervenire sulla questione in quanto pur essendo vero quanto affermato da Di Zitti che il Parco ad oggi non è in grado di dare una risposta congruente alle finalità per le quali era stato istituito, sono altrettanto convinto che se si ritiene necessaria l'esistenza di questo Ente, si debba lavorare per rafforzarlo e renderlo efficiente e non per indebolirlo, sottraendo alla sua tutela aree di pregio naturalistico e paesaggistico che fungono anche da elemento attrattore per l'unica forma di turismo in espansione nella nostra regione, definita Regione Verde D'Europa, avendo oltre il 30% del territorio protetto.

Condivido appieno l'analisi che Emilio Nusca, un altro ex Sindaco di Rocca di Mezzo, faceva qualche settimana fa sulla stessa testata dicendo che “Il Parco Sirente-Velino è una realtà che ormai esiste da oltre venti anni e che in mezzo a mille difficoltà, sia di natura amministrativa che economica, stenta ancora adesso a mettere in campo una politica di tutela e valorizzazione capace di identificare in maniera univoca la sua presenza sul territorio”.

Il problema del parco Sirente Velino credo sia proprio da un lato nelle magre risorse che la Regione Abruzzo stanzia per il funzionamento di questa sua “creatura” che non permettono al Parco di avere un organico numericamente adeguato alle molteplici funzioni che esso dovrebbe svolgere, attualmente in questo ente lavorano 6 dipendenti a tempo pieno ed 8 a part time in quanto il finanziamento regionale non permette di poterli utilizzare a tempo pieno, e dall'altro nella gestione amministrativa in mano ad un dirigente part time (per il restante tempo svolge le funzioni del Direttore del Parco della Maiella), proveniente dai ruoli della Comunità Montana Sirentina, con laurea in architettura e non iscritto all'Albo Nazionale dei Direttori di Parco, cosa che certificherebbe almeno il possesso delle conoscenze minime necessarie per dirigere un Ente Parco, inoltre la nomina del Presidente, da sempre gestita dalla politica con criteri non sempre “immediatamente comprensibili” , ha portato a continui cambiamenti al vertice che poco hanno giovato alla sua funzionalità, auspichiamo che al Presidente attuale sia concesso il tempo necessario per esplicare azioni positive per il funzionamento dell'Ente.

Non consola la considerazione che la situazione non è differente per gli altri Parchi abruzzesi, fatto salvo il Parco Nazionale D'Abruzzo Lazio e Molise che ha un Direttore “legittimo” in quanto iscritto all'Albo dei Direttori di Parco, anche la Direzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga è affidata ormai da anni, con un contratto di collaborazione, ad un “coordinatore tecnico amministrativo” non iscritto all’Albo dei Direttori di Parco.

Occupandomi ormai da anni dei lavoratori di questi Enti, l'impressione che ho, per fare una metafora automobilistica, è di avere il team di una squadra di formula 1, costituito dai lavoratori che come età sono al di sotto della media degli altri dipendenti pubblici ed anche per questo con un livello di scolarizzazione elevato e specifico, oltre ad essere molto motivati, avendo la fortuna, ormai rara, di poter svolgere il lavoro per il quale hanno studiato in un laboratorio naturale privilegiato, e poi rendersi conto che le scelte sono in mano a qualcuno che ha provato la velocità massima della sua vita andando in bicicletta, i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Viene da chiedersi con amarezza se tutto ciò sia casuale!''

 


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