Partorienti e degenti tutti in "sala d'attesa". Disagi al Policlinico di Chieti

15 Gennaio 2014   09:49  

Nel passato tutte le donne partorivano in casa, oggi lo si può scegliere, grazie al sostegno delle ostetriche. In tempi moderni, di precarità e diffcoltà, può capitare che si partorisca in ospedale pur essendo quasi in casa. Non la propria però. E' quanto accade al reparto di Ostetricia e Ginecologia del policlinico di Colle dell’Ara dove ieri le donne che avevano appaena parttorito hanno atteso i loro piccoli tesori nel in una stanza, in un "soggiorno". Una stanza nata per parenti o donne in attesa di una visita.

Ieri nella sala di attesa due puerpere, una mamma alla quale si erano rotte le acque e una donna che deve essere operata. Il disagio in cui si sono ritorvate le donne dipende dal fatto che le aree riservate al Nido, di fronte al reparto diretto dal professor Marco Liberati, hanno bisogno di urgenti lavori di riqualificazione.

Pertanto bisognava trovare una sistemazione immediata alle degenti, così il reparto di Ginecologia ha ceduto due stanze.

Di fatto spazi ce ne sono, come quelli nuovi di zecca della cardiochirurgia che al momento perà non sono disponibili, perché in fase di collaudo. Il disagio, che è per tutti, pazienti e operatori sanitari, dovrebbe terminare tra un mese.

“I lavori al Nido -spiega il professor Liberati- sono urgenti e inevitabili e hanno aggravato i problemi cui andiamo incontro quotidianamente. Anche se le nascite sono diminuite, nel 2013 ci sono stati comunque 1600 parti. Mi scuso con le pazienti ma non si poteva fare altrimenti”.

Il direttore sanitario Flacco ha comunque comunicato che presto Ostetricia-Ginecologia sarà trasferita nei corpi A e B insieme alla Neonatologia e al Nido. Ostetricia e Ginecologia è uno dei quei reparti che fa parte del corpo C che insieme a quello F deve essere sgomberato e quindi riqualificato secondo le norme antisismiche. Una operazione da 37 milioni di euro fra traslochi e interventi di ristrutturazione che avrebbe dovuto avvenire oltre un anno fa, quando gli edifici vennero dichiarati inagibili da magistratura e protezione civile, ma che è ancora in fase di programmazione.


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foto di repertorio
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