Pd L'Aquila, questa terra sconta il peccato della mancata istituzione della tassa di scopo

24 Ottobre 2014   15:58  

La nostra città sta attraversando nuovamente un momento particolarmente difficile.

 Noi aquilani sappiamo bene che un sisma non fa crollare soltanto le case e i palazzi, ma colpisce le prospettive economiche e sociali, l’anima di una città. La crisi occupazionale gravissima  che ci attanaglia e che rischia di "rubare" il futuro soprattutto ai più giovani, col pericolo costante di chiusura di importanti aziende operanti sul  territorio, si staglia sullo sfondo di un tessuto sociale disgregato, un puzzle i cui pezzi riescono sempre meno a dialogare fra di loro. Ricomporlo è una priorità assoluta, in un quadro dove persino l’assistenza alla popolazione, problema che sembrava quasi superato, rischia di tornare in cima all’agenda istituzionale a causa dei pesanti problemi che presentano gli alloggi del progetto C.A.S.E. e all'attuale mancato sostegno da parte del Governo sul tema , e che potrebbe portare nel mese di dicembre alla sospensione di forme di assistenza invece necessarie ed indispensabili per tanti cittadini aquilani che versano ancora in grandi difficoltà. Negli ultimi giorni, alle incertezze economiche e sociali che ci opprimono si sono di nuovo aggiunte  quelle legate ai fondi per la ricostruzione. 

Il peccato originale che questa terra sta scontando è la mancata istituzione di una tassa di scopo, proposta che gli aquilani avanzarono nel 2009 all’indomani del sisma e che l’allora Governo Berlusconi respinse di netto,  che avrebbe permesso un flusso di risorse certo e costante anno dopo anno. Da quel momento tante sono state le battaglie di questo territorio, volte sempre ad assicurare gli strumenti e le risorse per un successivo, breve periodo. In questo quadro già di per se difficile, sono venute meno alcune figure indispensabili per la governance come Aldo Mancurti, Paolo Aielli  e Giovanni Legnini, la persona che aveva incarnato un filo diretto col Governo nazionale rappresentando sempre le esigenze del cratere sismico.

Per questi motivi abbiamo richiesto con urgenza un incontro con la segreteria nazionale del PD nella persona del vice segretario Lorenzo Guerini. E' stato certamente un incontro positivo, ma certamente non sufficiente finché alle parole non seguiranno atti concreti .

Abbiamo bisogno di un cambio di passo e che il governo assuma degli impegni concreti sulla partita della ricostruzione, gli stessi garantiti con forza da Guerini nell'incontro con la delegazione aquilana: primo fra tutti quello in Europa, dove attualmente gli stati membri non possono sforare il cosiddetto Patto di Stabilità neanche per investire nella ricostruzione di territori colpiti da calamità naturali; lo stanziamento nella legge di stabilità delle risorse per poter garantire che la ricostruzione proceda nel 2015, in aggiunta ai 250 già previsti e confermati nello "sblocca Italia"; lo sblocco della governance attraverso la sostituzione delle figure sopra citate.

Occorre, insomma , finalmente una strategia di lungo respiro nella ricostruzione del cratere. Ci aspettiamo dal Governo Renzi, quindi, un profilo alto riguardo le esigenze della nostra terra, ma se questo non dovesse verificarsi, siamo pronti a forti atti di protesta e a mobilitazioni, come sempre abbiamo fatto nel passato . I " governi amici " per noi sono i governi che ascoltano le esigenze di questo territorio , non quelli della nostra "parte politica" . 

Siamo però anche  consapevoli  che a fianco degli impegni del governo, per interpretare una svolta serva un’azione forte e trainante della classe dirigente locale. Oggi abbiamo strumenti che prima non avevamo, a cominciare dal nuovo Governo regionale che, a differenza del precedente, vuole porre L’Aquila al centro delle priorità. E' importante che il presidente D’Alfonso abbia partecipato  all’incontro con Guerini e siamo convinti che il protagonismo della Regione Abruzzo dovrà crescere negli anni a venire, perché soltanto con il sostegno di un’intera comunità regionale le nostre battaglie potranno essere vinte. Perno di tutto rimane però  il Comune dell’Aquila, protagonista assoluto delle battaglie di questi anni.

Proprio a partire da questa considerazione è necessario un rilancio e un rafforzamento  dell’azione politica e amministrativa, affrontando insieme la possibilità di mettere a punto un vero e proprio “patto di fine mandato”, dove siano chiari e nell’interesse della città gli obiettivi da raggiungere e i migliori modi per centrarli, guardando con interesse come nella classe dirigente cittadina stia emergendo una nuova generazione, in grado di portare nuova "energia" e di incarnare le necessarie istanze di rinnovamento .

Occorre ricentrare il futuro della nostra città su una visione meno isolata e più ambiziosa. Essere capoluogo di regione significa esercitare una funzione e un ruolo in Abruzzo. Consolidare e rilanciare l'alleanza fra comune dell'Aquila e comuni del Cratere, costruire una lotta comune sui temi della ricostruzione e dello sviluppo del territorio.

Scelte importanti come la costruzione della legge “L’Aquila capoluogo” determineranno i prossimi anni. Avvertiamo in questa fase difficile nei nostri concittadini un senso di smarrimento e di rassegnazione, di sfiducia verso il futuro. La nostra però è una città ancora viva, tenace, che non si arrende. Compito di tutti gli attori impegnati nella classe dirigente adesso è esserne degni.



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