Pdl, per Chiodi è la prima tessera di partito

28 Marzo 2009   12:19  

"Oggi nasce un nuovo grande Partito". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenuto ieri sera al primo Congresso nazionale del Popolo della Libertà, in corso di svolgimento al padiglione 8 della nuova fiera di Roma. A chiamarlo sul palco è stato il senatore Andrea Pastore pochi minuti dopo l'intervento del neo presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, "il Gianni Chiodi sardo", così come lo aveva definito prima delle elezioni nell'isola il presidente Silvio Berlusconi. E ricordando proprio quell'auspicio, poi rivelatosi fortunato, al termine degli interventi, c'è stato un simpatico siparietto tra i due presidenti di Regione che si sono scambiati reciproci inviti ripromettendosi di sviluppare progetti comuni attraverso una collaborazione più intensa tra le due amministrazioni regionali. "Il presidente Silvio Berlusconi, oggi pomeriggio - ha detto nel suo intervento Chiodi - ha rievocato quindici anni di storia politica italiana. Una storia straordinaria che ciascuno di noi ha avuto il privilegio di vivere. Una storia vissuta intensamente, tra gioie e dolori, ma vissuta con grandissimo trasporto, con straordinaria passione. Perchè noi non l'abbiamo vissuta con la 'freddezza' tipica di chi è aduso a maneggiare il potere. Ma l'abbiamo vissuta con la passionalità  ed il trasporto emotivo di chi voleva cambiare il Paese. C'è chi dice, prendendo spunto da ciò che è accaduto nel PD - ha ossevato il governatore d'Abruzzo - che non sarà  facile dare una cultura politica comune ed una coerente forma democratica ad un partito di moderati che si rivolge alla maggioranza degli italiani. Io dico che, rispetto al PD, il Popolo della Libertà  ha due vantaggi: una leadership chiara e da tutti riconosciuta ed una chiara, chiarissima collocazione internazionale nel PPE. Ci si chiede se il nuovo partito sarà  di destra, di centro, di sinistra. Ci si chiede se avrà come categoria politica di riferimento il liberalismo, il socialismo liberale, il conservatorismo, il moderatismo, il riformismo ecc.. A me - ha affermato Chiodi - sembra che il mondo sia cambiato vorticosamente negli ultimi decenni e che, in una società  post-ideologica, destra, sinistra e centro siano categorie superate perchè non più in grado di far capire agli italiani la proposta politica di cui si è portatori.Cionondimeno, siamo portatori di una proposta politica chiara. Fatta di valori e di riferimenti culturali. Ed allora diciamolo, cosa siamo, perchè questi sono i nostri valori. Crediamo in una società  che vuole instillare un'etica nuova nei nostri figli, e nuovi valori: in primis quello della meritocrazia per adattarsi ad un società  che non potrà  mai più essere quella assistenziale".

"Meritocrazia - ha spiegato - significa che anche il welfare state deve essere concepito per aiutare chi veramente è più debole sradicando privilegi e forme di assistenzialismo diffuse e costose che, peraltro, sottraggono risorse a chi ne avrebbe più diritto e bisogno. Finiamola - ha porseguito il presidente - con l'idea di formare i nostri figli contro la società, insegnandogli il rancore e la rivendicazione. Finiamola di deresponsabilizzarci attribuendo le colpe individuali alla 'società  di oggi' oppure alla società  'consumistica' o, ultima ad entrare, alla società  'globalizzata'". Per il presidente della Regione Abruzzo "la chiave di molti problemi giovanili è nella famiglia e nella sua responsabilizzazione. Far credere ad un bambino che può ottenere tutto senza sforzo, che studiare non serve perchè la vita è gioco, che la libertà è poter avere tutto senza vincoli e godere senza limiti, e che questo presupporrebbe la società  di oggi, significa tradirlo. Ed invece insegniamogli la verità  (quella vera non quella che usiamo spesso a giustificazione dei nostri insuccessi) e ciò che chi è più preparato, chi si sforza di studiare o lavorare di più tranne le eccezioni - per la verità più ricorrenti nel settore pubblico - avrà maggiori soddisfazioni. Questa sera, qui sono riunite tantissime persone che si rifanno all'area culturale del centrodestra e che credono in alcune cose perchè la politica non è solo gestione (buona gestione) ma anche passione, visioni, idee. Ebbene diciamolo in cosa crediamo: prima di tutto in tasse più basse, nel recupero del principio dell'autorità  (come baluardo per i più deboli), nella libertà dell'uomo. Noi crediamo nel Lavoro, e dobbiamo smetterla di parlare del Lavoro solo in termini di alienazione come per tanti anni la cultura della sinistra ha propugnato. Crediamo nell'etica del lavoro e nella sua nobiltà  perchè, tra l'altro, è il lavoro che determina la crescita economica e non il contrario. Ciò significa che bisogna lavorare di più e non di meno. Crediamo nella cultura della vita, nella responsabilità personale ed individuale. Crediamo nel valore della famiglia. Crediamo in un Paese che liberi la creatività  e l'iniziativa degli italiani e che non la opprima con una burocrazia asfissiante.Crediamo nell'uso oculato delle risorse finanziarie che i cittadini ci mettono a disposizione e vogliamo ridurre la spesa pubblica perchè aumentarla significa metter le mani nelle tasche dei cittadini. Crediamo in una politica che faccia prevalere il buon senso sull'ideologia; il parlare chiaro sulla propaganda. Tutto ciò significa forse essere liberali? Socialisti liberali? Conservatori? Riformisti? Moderati? Non lo so - ha detto Chiodi alla platea - so solamente che in Italia significa essere del Popolo della Libertà".


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