Pescara calcio la Ferrari ferma ai box

Presentata in pompa magna come una anzi, come la squadra battere (per chi ha la memoria corta può rivedersi le interviste d’inizio stagione), e definita dal Patron Sebastiani come una Ferrari, il Pescara comincia a spazientire anche i suoi tifosi. Dopo i fischi arrivati al termine di alcune gare dove la formazione dannunziana ha palesato i suoi innumerevoli limiti caratteriali e tecnici, una forte contestazione è avvenuta anche alla ripresa degli allenamenti al Poggio degli Ulivi. Se da una parte bisognava farsi perdonare la precedente stagione dove il Pescara nella massima divisione ha collezionato umiliazioni lungo tutto lo stivale, isole comprese, dall’altra si è sentita l’esigenza di presentarsi ai nastri di partenza del campionato cadetto reclamizzando calciatori (vedi Mascara) ed allenatori (ogni riferimento a Marino è puramente casuale), che avevano assoluto bisogno di riscatto dopo aver dato tanto al calcio italiano, ma visti i risultati avere anche dimostrato di essere arrivati al declino della propria carriera. Se poi aggiungiamo a tutto questo anche la cessione di Bjarnason avvenuta dopo una conferenza stampa fiume in cui Sebastiani ha attaccato tutto e tutti, ecco che il quadro è completo. La squadra arranca in classifica, e per raggiungere i play off dovrà assolutamente cambiare marcia. La Ferrari si è ingolfata più volte lungo il suo cammino, e la squadra ha mostrato poco carattere e voglia di reagire. Il carismatico Cosmi, il quale ha sostituito Marino, reduce da sette sconfitte consecutive prima del suo allontanamento dalla panchina del Delfino, ci sta provando in tutti i modi a spingere un team che, detto francamente, non è stato fino ad ora all’altezza né delle sue ambizioni né del suo blasone. Ora il caro Sebastiani dovrà fare i conti anche con le proteste dei tifosi. Potrebbe affidarsi a qualche giornalista per cercare di farli scendere a più miti consigli, e a continuare nell’avere fiducia in una squadra che ad otto giornate dal termine ha deluso veramente tanto. Troppo…

Mariano Barisani