Pescara: la mappa dello spaccio e dei clan. Un reportage de Il Centro

Gli interessi tra Rancitelli, Fontanelle e il centro storico

05 Luglio 2012   10:28  

Pescara: la città del marea, del teatro all'aparto, del jazz.

Ma nei giorni scorsi Codici l'ha detto chiaro "E' emergenza sicurezza, noi come Scampia."

E la cronaca conferma, spaccio e delinquenza. Non è Pescara, sono alcune sacche della città.

E il capoluogo adriatico custodisce così un vero "centro commerciale epr lo spaccio".

Via Tavo, via Lago di Capestrano e via Lago di Borgiano le strade dello spaccio e Ferro di cavallo di via Tavo, il palazzo dello spaccio. Una coacervo dic ase popolari dove l'illegalità prende lo spazio vitale anche delle persone per bene, chiuse nella morsa sel traffico di droga.

Lì, proprio come a Scampia, con le famose vele. Sono le famiglie rom a tenere  le redini dello spaccio e i drogati lì trovano rifugio.

Proprio come a Scampia, dove c'è un parco abbandonato dove drogati a espacciatori entrano ed escano senza che nessuna forza legale possa mettere mano, così a Pescara Il parco dell’Infanzia, abbandonato, e i ruderi dei palazzi ex Clerico sono i posti che si riempiono di siringhe.

Un investigatore privato, una fonte riservata racconta a Pietro Lambertini del quotidiano il Centro, lo stato delle cose:

L’ultima operazione dei carabinieri contro lo spaccio di droga, 9 arresti il 25 giugno scorso, porta proprio a Rancitelli e ai Ciarelli. "Ma negli appartamenti del Ferro di cavallo" spiega l’investigatore, "non troverai mai tanti chili di droga: la roba si vende al dettaglio. I depositi, che sono custoditi dagli insospettabili, stanno da un’altra parte. La verità è che la miseria porta devianza". All'apice dello spaccio i rom e all'ultimo gradino della scala di comando i ragazzi che non trovano o non vogliono trovare lavoro.

"A Rancitelli, la droga è arrivata dal 1985 e l’hanno portata i parenti di Massimo e Angelo Ciarelli", dice l’investigatore. Sono 2 i fratelli finiti in carcere per gli ultimi 2 omicidi commessi a Pescara, i delitti di Domenico Rigante e Tommaso Cagnetta: "Il primo a commerciare, proprio in via Vico Moro, è stato Domenico Ciarelli, detto Attila, capostipite della famiglia ormai morto" spiega la fonte riservata. Nel giro di un pugno di anni, il commercio è esploso: anche gli Spinelli hanno fiutato l’affare, partendo da San Donato. Anno dopo anno, la concorrenza ha fatto il posto all’alleanza tra i clan. I signori della droga si riforniscono dagli albanesi.........A San Donato, oggi, lo spaccio è calato e quello che resta è in mano ai tossicodipendenti. A Zanni, dopo anni di blitz la droga è quasi scomparsa. Così, dopo Rancitelli, c’è Fontanelle con un gruppo di rom e piccoli malavitosi che riforniscono il mercato e lo fanno con prepotenza come dicono gli atti intimidatori inferti a chi ha denunciato reati. Il 2 maggio scorso, proprio qui sono stati sequestrati quasi 750 grammi di droga e più di 12 mila euro. "Il centro non ha padroni" racconta l’investigatore. È qui che si mischiano i pescaresi, i tunisini e i marocchini che si contendono lo spaccio nei locali della movida, in piazza Salotto e nei giardini di piazza Primo maggio.


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