Peschereccio sequestrato in Gambia, De Simone resta in carcere. Liberato il primo ufficiale

Il capitano dietro le sbarre in condizioni disumane

10 Marzo 2015   13:23  

Sviluppi dal carattere agrodolce nella vicenda del peschereccio italiano di proprietà della Italfish di Martinsicuro sequestrato più di una settimana fa dalle autorità del Gambia a causa della presunta non conformità delle reti da pesca alla regolamentazione del paese africano.

Da quanto risulta, infatti, è stato scarcerato il direttore di macchina Massimo Liberati, residente a San Benedetto del Tronto, pare dietro il pagamento di una cauzione da parte dell'armatore, insieme alle garanzie di pagamento dell'ammenda fornite. L'uomo starebbe bene, e l'ambasciata italiana in Senegal avrebbe già informato la famiglia.

Di contro, resta invece ancora in carcere Sandro De Simone, il capitano dell'Idra Q residente a Silvi. Le autorità gambiane sostengono che egli, in quanto comandante e quindi responsabile dell'imbarcazione, debba restare dietro le sbarre fino all'avvenuto pagamento dell'ammenda stabilita.

Tale versione, tuttavia, appare in palese contrasto con quella fornita dalla società Italfish, secondo cui le autorità non vorrebbero sentire parlare di cauzione.

Il caso continua ad essere curato dalla diplomazia italiana e dalla Farnesina: nella giornata di ieri è arrivato a Banjul il vice ambasciatore Domenico Fornara, che ha chiesto un incontro con il locale ministro degli Esteri ed ha chiesto di incontrare De Simone in carcere, dove a quanto trapela si troverebbe in condizioni di detenzione disumane, in celle anguste con circa 15 detenuti e senza ervizi igienici.


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