Piano regionale dei rifiuti, Forum H2O e SOA in audizione, obiettivi più ambiziosi per differenziata

28 Novembre 2017   11:00  
"Passare dall'obiettivo previsto del 65% a quello del 70% al 2020 e da quello del 70% a quello del 75% al 2022 per la raccolta differenziata in Abruzzo" è quello che hanno chiesto Forum H2O e SOA stamattina durante l'audizione sul nuovo piano dei Rifiuti di diverse associazioni, comitati e sindacati presso la seconda commissione del Consiglio regionale abruzzese presieduta dal Consigliere Pietrucci.
Dal Piano si evince chiaramente che in Abruzzo abbiamo una disponibilità di impianti per la gestione dei rifiuti di gran lunga superiore al fabbisogno, il doppio in tonnellate/anno.

A questo punto non è quindi una questione di impiantistica ma solo di organizzazione del servizio, questioni che si possono risolvere in fretta superando inadempienze che sono purtroppo radicate ma che devono essere risolte con interventi energici sulle amministrazioni inadempienti.
 
Ad esempio, intervenire sulla città di Pescara che supera di poco il 32% di differenziata (dato 2015 Osservatorio Regionale sui Rifiuti: https://www.regione.abruzzo.it/xAmbiente/docs/ORRRappAnn/Tabella-dati-RD-Comuni-2015.pdf) introducendo la raccolta porta a porta in tutta la città farebbe fare un balzo all'intero Abruzzo in pochi mesi. Una situazione inaccettabile, come altre, per la cui soluzione può essere anche previsto il commissariamento.
 
Le associazioni hanno anche chiesto di rendere più stringenti i criteri localizzativi per i nuovi impianti soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia dell'acqua, dalle aree di ricarica degli acquiferi alle aree vulnerabili. Infatti già ora il 50% dei corpi idrici sotterranei è in cattive condizioni per l'inquinamento non rispettando gli obiettivi di qualità comunitari e non si può pensare di aumentare ulteriormente una pressione antropica già insostenibile.

Inoltre è stato chiesto di eliminare la deroga per il rispetto dei criteri localizzativi prevista dalla proposta di piano per gli impianti dove bruciare CSS (il combustibile derivato dai rifiuti, quello che sta suscitando grandi polemiche nell'aquilano) e per le discariche a servizio di attività di bonifica, soprattutto nei casi in cui sia stato identificato il privato responsabile della contaminazione. Se bisogna rimuovere dei rifiuti sarebbe un grande regalo economico per gli inquinatori rendere possibile la realizzazione di una discarica in loco, magari su aree molto importanti per le acque.

Infine dubbi sono stati sollevati sulla previsione riguardante l'opportunità dell''indicazione direttamente nel piano dell'impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati DECO di Casoni, che diventerebbe di fatto un'invariante di piano per ben 270.000 tonnellate/anno come capacità, e per alcune attività di ricezione di rifiuti da fuori regione per quanto riguarda i consorzi pubblici che operano in house.

Il Presidente Pietrucci ha chiesto agli uffici regionali di contribuire a valutare emendamenti che diano seguito ad alcune delle richieste delle associazioni audite. 
 
 


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