Pietransieri, Melilla , da eccidio trarre forza per andare avanti

21 Novembre 2013   10:14  

Il 21 novembre 1943, a Pietransieri, una frazione di Roccaraso, che domina l'alto Sangro, tra l'Abruzzo e il Molise, i soldati nazisti massacrarono, per rappresaglia, 128 persone, in gran parte bambini e donne.

Vi era anche un neonato di appena un mese, e 34 di loro avevano meno di 10 anni.

A ricordare l'evento e il deputato di Sel Gianni Melilla.

I corpi delle vittime furono sepolti dalla neve e solo nella primavera inoltrata del 1944 furono scoperti.
"Ora - dice Melilla - riposano in un sacrario a Pietransieri: ogni abruzzese dovrebbe andare a trovarli, e leggere i loro nomi di donne che aspettavano il ritorno dei mariti dai fronti di mezzo mondo (dalla Unione Sovietica, alla Libia, dalla Grecia all'Etiopia) e di bambini di pochi anni a cui e' stata tolta la vita con una ferocia imperdonabile.

Da quei fatti di 70 anni fa - osserva il parlamentare - dobbiamo trarre la forza per andare avanti con lo stesso coraggio e determinazione, e vincere ogni paura rispetto ad una crisi economica e sociale che da troppi annim colpisce la nostra vita".

Melilla riprende: "Quella strage e' il punto infernale della storia dell'Abruzzo del novecento, il buco nero che descrive il dramma di una guerra nazifascista che ha lasciato lutti, distruzioni e disperazione.
Da quella strage l'Abruzzo si e' risollevato. Innanzitutto contribuendo alla Liberazione dell'Italia. La brigata Majella, composta da contadini, operai, studenti, quasi tutti giovani sui vent'anni, nasceva proprio nei giorni della strage di Pietransieri a pochi chiilometri di distanza a Casoli.

La Brigata Majella ha scritto una pagina memorabile di storia nazionale. Non a caso e' l'unica formazione partigiana italiana decorata con medaglia d'oro al valor militare.
Alcuni giorni fa il presidente della Repubblica, sempre attento a coltivare la memoria nazionale, ha ricevuto l'unica sopravvissuta alla strage di Pietransieri e una delegazione della Brigata Majella.

Anche in Abruzzo - conclude Melilla - non dobbiamo dimenticare".


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