Presentato il progetto promosso dall'Archeoclub, a tutela dei Tholos

24 Giugno 2015   14:47  

 Stamattina, nella Sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, si e' svolta la conferenza stampa di presentazione del progetto promosso dall'Archeoclub per la tutela dei Tholos, le strutture in pietra a secco piu' importanti del versante nord occidentale della Maiella.

Durante la conferenza stampa e' stato sottoscritto un documento con il quale si chiede alla Sovrintendenza di emettere la dichiarazione di interesse culturale (ex vincolo) sui Tholos.

A sottoscrivere la lettera: il sindaco di Abbateggio e presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco; il sindaco di Roccamorice Alessandro D'Ascanio; il sindaco di Lettomanoppello Giuseppe Esposito; il direttore del Parco Maiella Oremo Di Nino; e il presidente dell'Archeoclub Pescara Giulio De Collibus.

Ha preso parte alla conferenza stampa anche il ricercatore Edoardo Micati. "I complessi agricoli ed agro-pastorali in pietra a secco, presenti nella nostra regione, ed in particolare sul versante nord-occidentale della Maiella, rappresentano la testimonianza di un preciso momento storico che va dall'eversione della feudalita' al secondo dopoguerra - si legge nella lettera indirizzata alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio -.

Tali complessi, che andrebbero inseriti in un ecomuseo come avvenuto in tanti paesi europei, che hanno gia' da tempo provveduto alla loro salvaguardia e valorizzazione, corrono il pericolo di un costante degrado che potrebbe, in brevi tempi, far sparire queste importanti e fondamentali testimonianze architettoniche ed antropologiche dell'Abruzzo.

Pertanto - e' scritto ancora nella lettera - sulla scorta della relazione che si allega e dell'ampia documentazione di quanto interesse susciti l'argomento, che di conseguenza ha comportato iniziative di salvaguardia in tutta Europa e nell'area mediterranea, ai sensi dell'art. 14 del Codice dei Beni Culturali si chiede la dichiarazione di interesse culturale dei complessi individuati nell'allegato elenco e la loro tutela in base all'.art. 10, comma 4, lettera l dello stesso codice". 

"Le opere in pietra a secco che caratterizzano gran parte dei coltivi della media montagna abruzzese e di altre regioni europee - hanno spiegato i relatori - in particolare quelle che si affacciano sul mediterraneo, sono la testimonianza piu' evidente e piu' imponente dell'immane lavoro dei nostri antenati.

Questo paziente accumulo fu dettato dalla necessita' di bonificare campi e pascoli per poter sfruttare quel sottile strato di terra e le rade erbe presenti fra le pietre affioranti ovunque.

Esse - hanno ricordato i relatori - furono le prime opere di quei coloni che nei secoli scorsi si spinsero, dietro un crescente incremento demografico e in seguito alla crisi della pastorizia, a coltivare la media ed alta montagna: un patrimonio culturale da tutelare e salvaguardare.

L'abbandono dei campi della media ed alta montagna, pero', unito alla fine della pastorizia tradizionale, hanno portato anche all'abbandono della consuetudine annuale del ripristino dei cedimenti dei muri a secco dei terrazzamenti e delle capanne"0.

"A questo lento dissesto del paesaggio agrario imputabile a naturali fenomeni di degrado - e' stato evidenziato nell'incontro di stamane - spesso si e' aggiunto l'intervento dell'uomo.

Oggi, infatti, i danni peggiori vengono proprio da coloro che un tempo vivevano di montagna. Si distruggono terrazzamenti e mura di recinzione solo per poter arrivare con il trattore a caricare la legna tagliata".

"Al fine di salvare le testimonianze di un importante momento storico, quindi - hanno detto infne irelatori - vogliamo impegnarci ad avviare la dichiarazione di interesse culturale sulle capanne, sui terrazzamenti e sul paesaggio del quale fanno parte". 


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