Processo Commissione grandi rischi, il pm Picuti: ''Per quelle frasi ingannevoli la gente morì''

24 Settembre 2012   13:19  

''Nel 1995 l'imputato Boschi aveva previsto con probabilita' 1, quindi con certezza, una scossa 5.9 nel ventennio successivo in questa zona. Informazione non fornita nella riunione, non al pubblico ma agli altri componenti Cgr.

Informazione incompleta, carente e ingannatoria e' stata percio' definire improbabile forti terremoti e non fare menzione di questo studio".

Lo ha detto il pm Fabio Picuti nel corso della requisitoria, parlando dei contenuti del verbale della Commissione Gradi Rischi, secondo il magistrato "ricco" di incongruenze, sottovalutazioni. "Quanto a un'altra frase del verbale - ha aggiunto - in cui si afferma 'c'e' da attendersi danni alle strutture',la stessa dimostra un'analisi del rischio contraddittoria e carente.

La teste Lorella Salvatori l'ha interpretata come riferita al passato mentre il vice prefetto Braga l'ha riferita a un possibile scenario di evento, una previsione del futuro.

Nessuno degli altri imputati ha chiesto chiarimenti". Poi ancora un esempio su quanto affermato da Boschi: "Boschi ha detto - ha riferito in aula sempre Picuti - 'escluderei scosse' e nessuno si e' alzato in piedi a contestare. Una frase improvvida e smentita dai fatti. Per via di quella frase la gente e' morta, ecco il giudizio di colpa, prevedibilita' ed evitabilita'".

QUESTA MATTINA. IL PM PICUTI: ''NON FU UNA RIUNIONE, MA UNA COMMISSIONE A PIENO TITOLO, E VI PARTECIPARONO ANCHE CIALENTE, STATI E LEONE''

La requisitoria del pubblico ministero Fabio Picuti davanti al giudice Marco Billi oggi al tribunale dell'Aquila, rappresenta uno dei momenti decisivi, e forse foriero di clamorose sorprese, del processo ai sette componenti della commissione Grandi Rischi accusati di aver rassicurato la popolazione sulle probabilità di un forte terremoto al termine della riunione 31 marzo 2009, pochi giorni prima del terremoto del 2009.

Ai sette imputati Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi. Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce è contestato il reato di omicidio colposo plurimo.

La prima parte della requisitoria del pm Fabio Picuti, che si andrà avanti fino a questa sera, ha avuto come oggetto la natura della riunione del 31 marzo 2009.

Gli avvocati difensori  sotengono che quella che si svolse non fu una seduta ufficiale e con tutti i crismi della Commissione nazionale grandi rischi, che prevede per legge un precisa modalità di convocazione e la partecipazione di dieci componenti effettivi e titolati, e non quattro più altri partecipanti, come accaduto a L'Aquila, dove si deve più semplicemente parlare di una ricognizione di esperti.

Alla luce di questa interpretazione potrebbe dunque crollare tutto il castello accusatorio, in quanto l'ipotesi di colpevole rassicurazione data alla popolazione poggia proprio sull'autorevolezza dell'organismo istituzionale che l'ha espressa, sull'ufficialità della riunione il cui esito rassicurante ha innescato il presunto nesso causale che ha portato molta gente a sottovalutare il rischio incombente.

Il pm Picuti ha pertanto inteso dimostrare che quella riunione fu invece in tutto e per tutto una seduta ufficiale e con tutti i crismi della Commissione grandi rischi.

Ne presero parte oltre ai sette imputati, quattro come membri effettivi, ( Barberi, Calvi, Eva, Boschi) tre come massimi esperti esterni (Dolce, Selvaggi, De Bernardinis), anche, in qualità di ''autorità competenti in protezione civile'' come è chiaramente scritto nel decreto che ha istituito la Commssione Grandi rischi, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, l'assessore regionale alla protezione civile Daniela Stati, il dirigente regionale, dipartimento Protezione civile, Altero Leone.

E con loro parteciparono a tutti gli effetti, come rivelato dalla test della difesa Loretta Salvatori anche altre ''autorità competenti'' ovvero: Carlo Visca, dirigente regionale, Marinello Mastrogiuseppe, funzionario regione Abruzzo, Antonio Lucantonio, ufficio sismico Protezione civile, Roberto Riga, assessore comunale con delega alla protezione civile, i tre viceprefetti aggiunti Gianluca Braga, Graziella Patrizi, Rinaldo Pezzoli.

Ergo: la riunione del 31 marzo fu a pieno titolo una seduta della Commissione grandi rischi a cui parteciparono ben 17 persone, e non una semplice ricognizione operativa. Con tutte le responsabilità oggettive che, secondo l'accusa, ciò comporta in termini di esiti e relativi effetti.

Cosa questo possa significare per eventuali e clamorosi sviluppi del processo è ancora presto a dirlo. La sentenza di primo grado potrebbe essere pronunciata il 23 ottobre.

 


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