Processo Grandi rischi, l'ex assessore Stati: "De Bernardinis mi disse di tranquillizzare"

07 Dicembre 2011   10:00  

"Non sono un tecnico. Si diceva che le scosse non era sicuro fossero allarme per il futuro. Non facevo domande tecniche. De Bernardinis mi diceva di tranquillizzare la popolazione". Così Daniela Stati, all'epoca assessore regionale alla Protezione civile, testimone al processo in corso a L'Aquila a carico di sette componenti della Commissione Grandi rischi.

"Secondo De Bernardinis non c'era rischio per una catastrofe - ha aggiunto -. Se avessi avuto sentore non avrei mandato i figli a scuola. Mi dicevano 'non creare inutili allarmismi'. Ricordo 'le piccole scosse non facevano accumluare energia'. Boschi mi disse di dire che 'i terremoti non si possono prevedere' e io lo dissi in tv. Rilasciammo interviste io Cialente e De Bernardinis. Il comitato, dissi, non prevedeva scosse".

Aggiunge la Stati: "Per 6 mesi una tv privata mandò in onda le mie dichiarazioni, io fui attaccata come tecnico e non lo ero". Giustificazione che suscitano la reazione del giudice, che le ricorda il suo ruolo nel processo nel quale non è imputata.

Alla domanda del Pm  su "chi le disse allora che la situazione era favorevole?" l'ex assessore ha raccontato che "rimanemmo al tavolo io, Cialente, Leone e De Bernardinis e concordammo la comunicazione da dare all'esterno".
Durante la riunione fu detto che le scosse non erano preoccupanti, racconta la Stati ammettendo di non ricordare chi lo disse.

"Del rapporto Barberi - ha proseguito - non ricordo se si parlò. Riga (assessore comunale alla Protezione civile, ndr) parlò di un lavoro di mappatura e censimento degli edifici ma non ricordo con precisione. Lo sciame sismico era regolare e ci si doveva abituare al territorio sismico. Si parlò storicamente dei terremoti".

"Quando mi rivolsi alla Protezione civile nazionale non lo feci perchè sentivo Giuliani (lo studioso del radon che sostiene di prevedere i terremoti, ndr), parlavo con i miei dirigenti e con il sindaco Cialente. La decisione di chiamare la Commissione Grandi rischi nacque da una consultazione con i miei dirigenti e referenti regionali della Protezione civile.
Antenucci e Leone mi ribadivano che Giuliani non aveva credenziali scientifiche. Ma visto che Cialente è allarmato e la gente ha paura con Antenucci e Leone decidemmo la convocazione della Commissione Grandi rischi.
Al termine della Commissione tutti convergevano sul punto 'non c'erano rischi'. Davo per scontato che la Commissione fosse di valore scientifico visto che furono i miei tecnici a suggerirmi di convocarli come esperti.

Al termine della riunione venne detto che la preoccupazione al momento erano i cornicioni e ricordo che Roberto Riga parlò di uno studio sugli edifici.
Sono laureata in scienze della formazione - continua la Stati - e non ho conoscenze tecniche lo ripeto, e proprio perchè non ero tecnico facevo domande semplici 'io che devo dire ai cittadini?'. Se non avessi posto mediazione avrei messo in diretta la Commissione, invece fui proprio mediatore tra i tecnici e la popolazione".

"E' il sindaco - ha poi detto la Stati - il vero responsabile della protezione civile per il Comune, io ho fatto un passo più lungo della gamba".

"Fu Boschi - secondo quanto riferito dall'allora assessore - che dopo spiegazioni scientifiche aggiunse 'fermo restando che i terremoti non si possono prevedere'".

Al rilievo del Pm che ha fatto notare come Daniela Stati prima della riunione della Commissione in una intervista a inabruzzo.com aveva sostenuto la stessa tesi, l'ex assessore ha argomentato che lo fece "perchè quando sentii Bertolaso dissi che c'è un certo Giuliani che dice che c'è rischio. E bertolaso disse 'ancora questo Giuliani? Mando una Commissione e facciamo chiarezza".

"Dal tavolo della commissione - ha raccontato poi la Stati - ci spostammo pochi metri più in là e decidemmo di comunicare quanto emerso dalla riunione e cioè di tranquillizzare la popolazione, perchè non c'era rischio. Poi siccome la popolazione era preoccupata decidemmo di mantenere aperta la sede della protezione civile per accogliere le richieste di informazione dei cittadini".

(in tribunale Barbara Bologna)


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