Processo grandi rischi: rassicurazioni fatali per 29 persone, chiesti 4 anni per ciascun imputato

La commissione Grandi Rischi, che su volontà dell'allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso si riunì a L'Aquila una settimana prima del devastante terremoto del 6 aprile 2009, comunicò alla popolazione, in una conferenza stampa ufficiale, in modo autorevole ma ingannevole e superficiale, che lo sciame sismico in atto e cadenzato da scosse crescenti, era da interpretarsi come un graduale rilascio di energia, e che dunque erano da escludersi scosse di magnitudo superiore rispetto a quelle già verificatesi. Queste rassicurazioni hanno causato la morte di 29 delle 309 vittime del terremoto.

Questa in estrema sintesi la motivazione che ha indotto oggi i pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio a chiedere al giudice Marco Billi, a conclusione della lunga e dettagliatissima requisitoria, la condanna con le accuse di omicidio colposo, disastro colposo, e lesioni colpose, a quattro anni di reclusione, per ciascuno dei sette imputati, ovvero:

Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile.

In particolare per i sette membri della Commissione Grandi Rischi,  è stata richiesta la condanna per la morte di:

Silvana Alloggia, Giovanna Berardini, Anna Berardina Bonanni, Claudia Carosi, Elvezia Ciancarelli, Adalgisa Cicchetti, Davide Cinque, Matteo Cinque, Alessandra Cora, Antonella Cora, Claudio Fioravanti, Maria Pia Germinelli, Giuseppina Germinelli, Micaela Germinelli, Rosa Germinelli, Francesco Giugno, Luigi Giugno, Jussein Hamadi, Franca Ianni, Vezio Liberati, Patrizia Massimino, Domenico Parisse, Maria Paola Parisse, Ilaria Placentini, Ilaria Rambaldi, Annamaria Russo, Claudia Spaziani, Paola Tomei, Daniela Vicini e Fabrizia Vittorini.

Per gli stessi  è stata richiesta la condanna anche per le lesioni cagionate a Cinzia Di Bernardo, Anna Paola Pulcheri, Stefania Cacioppo, Shaim Hiasham.

Gli imputati sono stati considerati dai pm non responsabili della morte di Adelma Colaianni, Stefania Di Marco, Paolo Di Marco, Aurelio Giallonardo, Giuseppina Vasarelli, Alessio Di Pasquale, Alessio De Simone e delle lesioni cagionate a Piergiorgio Lauri.

Ha così commentato la richiesta Claudio Eva: ''Me l'aspettavo, spiega, ma sono sereno''. L'imputato Giulio Selvaggi spiega invece che dirà qualcosa solo dopo aver attentamente letto le carte''. Bernardo De Bernardinis non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Gli avvocati difensori, nelle loro arringhe in programma il 9 e 10 ottobre, cercheranno di smontare il castello accusatorio, dimostrando l'inesistenza di un nesso di causa tra le valutazioni sullo sciame sismico in corso della Commissione, valutuzioni di natura scientifica, e dunque per definizione fallibili, e la morte di persone a causa della scossa del 6 aprile 2009.

Nella requisitoria di oggi la pm Roberta D'Avolio ha passato in rassegna le testimonianze di tanti parenti e amici delle vittime. Una ad esempio, quella di Maurizio Cora, che sotto macerie della sua casa di via XX settembre ha perso le figlie Alessandra e Antonella e la moglie Patrizia.

''Sono un avvocato, un uomo di legge – aveva detto Cora - per me quello che aveva comunicato ufficialmente la Commissione grandi rischi aveva l'autorevolezza propria di un'istituzione, era lo Stato a dirmi di non preoccuparmi, che non sarebbe accaduto nulla. Ed è per questo che quella notte, a seguito della prima forte scossa, anche l'avvocato Cora decise di restare a casa, e di non portare la famiglia a dormire in macchina alla villa comunale, come aveva fatto altre volte.

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