"Produzione di valore", Convegno farmaceutico, Scaccabarozzi: "L'Abruzzo è una realtà vincente"

28 Novembre 2014   10:30  

"L'Abruzzo e' una realta' vincente del settore farmaceutico. Nella regione sono presenti 1.200 addetti, e altri 2.500 tra indotto e beni di largo consumo per la salute, con investimenti in ricerca e sviluppo di oltre 30 milioni di euro nel 2013. E l'incidenza della farmaceutica sull'export hi tech dell'Abruzzo (71%) e' nettamente superiore a quella nazionale (54%)".

E' quanto ha affermato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, parlando stamani a L'Aquila in occasione dell'evento dal titolo "Produzione di valore.

L'industria farmaceutica sul territorio, un settore che produce eccellenza e fa crescere il Paese", ospitato nell'auditorium Dompe' del polo farmaceutico Dompe' e Menarini.

Farmindustria ha iniziato nel 2012 un percorso di sensibilizzazone verso le istituzioni e l'opinione pubblica sul valore industriale e manifatturiero, molto elevato, ma spesso poco noto, espresso dalle aziende farmaceutiche sul territorio.

Cosi' quest'anno, dopo aver visitato il Lazio e la Puglia, il roadshow ha fatto tappa nel capoluogo abruzzese, tra le piu' importanti province farmaceutiche.

"Nell'incontro di maggio a Bari - ha ricordato Scaccabarozzi - avevamo promesso 2.000 assunzioni entro il 2015. Dall'inizio dell'anno abbiamo creato 1.600 posti di lavoro per gli under 30. Quesa e' la concretezza di chi propone, innanzitutto a se stesso, la sfida di diventare primo Paese produttore e 'hub' farmaceutico d'Europa".

Le aziende del farmaco sono presenti in tutte le citta' abruzzesi, in particolare in quelle dell'Aquila - tra le piu' importanti a livello nazionale - e Pescara.

L'Aquila - polo all'avanguardia per la produzione e per la ricerca, anche biotech - e' quinta in Italia per incidenza degli addetti farmaceutici (700) sul totale manifatturiero.

E il valore delle esportazioni, cresciute nella prima parte del 2014 del 62%, e' pari al 27% di quelle manifatturiere della provincia. A Pescara l'export farmaceutico e' secondo in valore dopo la meccanica, con un peso del 15% sul totale della manifattura. "Risultati - secondo il presidente di Farmindustria - di primo piano che evidenziano lo stretto rapporto che c'e', e che si consolida sempre piu', tra Abruzzo e industria farmaceutica". 

"Come ha ricordato recentemente l'economista Marco Fortis - ha aggiunto Scaccabarozzi - le vecchie '4A' del made in Italy (automazione, abbigliamento, arredo-casa e alimentari) si sono ormai trasformate nelle '5 M': mangiar bene, moda, mobili, meccanica e medicinali.

E l'Abruzzo e' un esempio virtuoso che aiuta a capire come l'Italia puo' puntare con convinzione sulla farmaceutica, eccellenza presente su tutto il territorio. E lo dimostrano i 1.600 posti di lavoro per gli under 30 dall'inizio dell'anno".

"Dal 2010 al 2013 l'Italia ha realizzato il piu' forte incremento al mondo di export di farmaci. Risultato che ha portato i medicinali al quarto posto, scalando una classifica che nel 1991 li vedeva al 53esimo e nel 2001 al 12esimo. Un trend di crescita che potrebbe condurli presto sul "podio".

 

L'industria farmaceutica sul territorio, un settore che produce eccellenza e fa crescere il Paese", ospitato nell'auditorium Dompe' del polo farmaceutico Dompe' e Menarini.

"La farmaceutica - ha aggiunto - e' poi il settore con la piu' alta propensione alla ricerca: ogni anno in Italia si investono 1,2 miliardi di euro (l'11% degli investimenti totali dell'industria manifatturiera). E oltre ad avere la piu' alta produttivita' risulta essere, secondo un'analisi Istat, al primo posto nella classifica di competitivita'".

Secondo l'indagine la crescita della produzione farmaceutica - pari al 3% all'anno negli ultimi 10 - e' dovuta infatti per circa il 50% alla scelta delle aziende di spostare l'attivita' produttiva in Italia, per il 20% al lancio di nuovi prodotti e per il 30% alla produzione gia' esistente.

E bisogna ricordare le relazioni industriali esemplari, altamente innovative e improntate alla collaborazione. Con esiti rilevanti, come testimoniano il Fonchim, strumento integrativo previdenziale. E il Faschim, primo fondo sanitario a livello confindustriale, che ha fatto registrare un boom di iscritti, passati dai 40.000 nel 2004 ai 164.000 di oggi, con numeri in costante crescita.

Le aziende del farmaco, ha pertanto rilevato Scaccabarozzi, "dimostrano cosi' di credere nel nostro Paese e di essere un valore manifatturiero di eccellenza, ai primi posti per innovazione, competitivita' e ricerca".

"L'Italia puo' essere l'hub farmaceutico per l'Europa".

"L'industria farmaceutica rappresenta un patrimonio che l'Italia non puo' perdere, con 174 fabbriche; 62.300 addetti (90% laureati o diplomati); 6 mila addetti alla ricerca e sviluppo, per il 53% donne; 28 miliardi di produzione (71% destinato all'export); 2,3 miliardi di investimenti (1,2 in R&S e 1,1 in produzione)".

"Questa e' la concretezza di chi vuole che l'Italia superi, in testa alla classifica Ue, perfino la Germania nella produzione di medicinali, diventando l'hub farmaceutico europeo.

Numeri ancor piu' significativi se uniti a quelli delle aziende - fortemente hi tech - dell'indotto: 60mila addetti, 14 miliardi di fatturato e una qualita' che consente loro di essere leader mondiali, con un'esportazione fino al 95% del fatturato.

E per far conoscere il valore che le 'fabbriche' hanno per i singoli territori, "Farmindustria, (l'associazione delle imprese del farmaco) sta svolgendo un roadshow dal titolo 'Produzione di Valore.

L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non puo' perdere' che giunge ora a L'Aquila dopo aver toccato Sesto Fiorentino, Bologna, Parma, Monza, Latina e Bari".

"Che si tratti di vaccini o di qualsiasi altro tipo di farmaco, quando si sospetta che ci sia qualche problema, perche' puo' succedere visto che noi produciamo miliardi, miliardi, miliardi di confezioni all'anno, e' giusto in misura cautelativa ritirali o bloccarli, perche' questo succede tutti i giorni e non solo per i vaccini. Succede sempre quando c'e' un sospetto e quindi io ritengo che sia giusto farlo.

Spesso i farmaci si ritirano per niente ma e' meglio cosi' piuttosto che lasciare andare queste cose, perche' quando si parla di farmaci si parla di salute e con la salute non si scherza".

 "Sono d'accordo con la dichiarazione rilasciata dal professor Garattini quando dice che i vaccini servono per prevenire l'influenza non per prevenire la morte, quindi bisogna vedere la correlazione causa-effetto anche perche' mi risulta che questi vaccini siano stati ormai usati in 65 milioni di dosi".

Per il presidente di Farmindustria non e' il caso di "creare il panico" poiche' "la gente gia' si vaccina meno. Bisognerebbe far capire all'opinione pubblica, come ha fatto il ministero poco tempo fa, quanti sono i morti causati ogni anno dall'epidemia influenzale normalissima.

Sono migliaia tutti gli anni, poi magari noi stiamo a discutere giorni e giorni giustamente per un caso di ebola e abbiamo soprattutto anziani che tutti gli anni muoiono per l'influenza.

Quindi ritiro cautelativo giusto, da dimostrare la causa effetto e soprattutto nessun panico. I vaccini sono sicuri: la gente si deve vaccinare perche' se non ci si vaccina si muore o ci sono possibilita' di morire come per la normale influenza".

"Anch'io mi sono vaccinato, ma devo essere sincero, io non lo so quale ho fatto. Io in azienda sottopongo i dipendenti ad una campagna vaccinale. Siamo noi ad acquistare i vaccini. C'e' un medico in fabbrica che procede alla vaccinazione. Se mi chiedete quale vaccino a me non interessa, mi affido a quello che mi prescrive il medico".

Parlando del "caso" del ritiro precauzionale di due lotti di vaccino antinfluenzale prodotti dalla societa' Novartis.


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