Progetto Megalò 2: perchè usare i fondi P.R.U.S.S.T per danneggiare il territorio?

23 Gennaio 2014   10:54  

Il testo dell'interrogazione dell'onorevole del Sel Gianni Mellilla sul progetto Megalò 2

''Interrogazione a risposta scritta al Ministero delle Infrastrutture

Per sapere – premesso che:

I PRUSST sono programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio promossi dal Ministero dei lavori pubblici (D.M. 8 ottobre 1998) con l'obiettivo di realizzare, all'interno di quadri programmatici organici, interventi orientati all’ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture, all'ampliamento e alla riqualificazione del tessuto economico-produttivo-occupazionale, al recupero e alla riqualificazione dell'ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati.

In virtù del P.R.U.S.S.T. 7/93 denominato “La città lineare della costa” approvato dalla Regione Abruzzo, finanziato dal Ministero per i lavori pubblici, ubicato nell’ambito del Piano Regolatore Territoriale del Consorzio industriale Chieti/Pescara, oggetto dell’accordo di programma dell’11.4.2002, ratificato dal Consiglio comunale di Chieti con deliberazione 7.6.2002 n. 227 e approvato con decreto del Presidente della Regione Abruzzo del 17.7.2001 n. 179, in località Santa Filomena di Chieti, in un’ansa del fiume Pescara, terreno alluvionale e cassa di espansione del fiume stesso, utilizzata in precedenza per attività di cava, è stato realizzato il centro commerciale MEGALO', con opere strutturali e infrastrutturali neppure sottoposte a preventiva valutazione V.I.A. per via di una esenzione stabilita dall’art. 36 della L.R. n.7/2002, come poi modificata dall’art. 184 della L.R. 26.4.2004 n.15, abrogata appena quattro mesi dopo dalla L.R. n.32/2004, ma comunque non applicabile, essendo in contrasto con la normativa statale e comunitaria.

Tale realizzazione ha aumentato il potenziale pericolo esondazione a danno di territori della Val Pescara (Chieti,Spoltore, Cepagatti,San Giovanni Teatino, Pescara) densamente abitati e con numerose attività produttive.

Attualmente, sulla base dello stesso PRUSST, sono attivati due diversi procedimenti da parte di SIRECC S.r.l. e di “Pinti Carmen e altri ora AKKA s.r.l.” per la realizzazione ciascuno di ulteriori altri 5 edifici, per un totale di 10 edifici, sempre nell’area golenale del fiume Pescara.

L’eventuale attuazione di queste altre colate di cemento aggraverebbe sia l’impatto ambientale su un territorio fragile sia il rischio in caso di eventi meteorici avversi.

È appena il caso di sottolineare la estrema pericolosità che può derivare da scelte imprudenti: si vedano ad esempio le alluvioni che negli ultimi anni sono state causa di lutti e di ingenti danni in varie regioni d’Italia e si ricordi l’alluvione dello stesso fiume Pescara nel 1992: allora ci furono notevoli danni e la cassa di espansione naturale non era stata occupata da Megalò e non c’era quindi l’attuale restringimento del fiume. Una eventuale nuova alluvione della dimensione del 1992 avrebbe effetti molto più gravi.

A conferma di quanto affermato il 17 Gennaio scorso è arrivata un'ordinanza di cessazione dei lavori da parte del Genio civile e dell'autorità di bacino che fanno capo alla Regione Abruzzo.

Nel documento si richiamano all’ordine anche due Comuni, Chieti e Cepagatti (PE), per aver rilasciato i permessi a costruire con “scarsa attenzione” verso l’alto rischio esondazione di quella vasta area davanti al parcheggio del centro commerciale Megalò.

E’ stata notificata innanzitutto al presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, al prefetto Fulvio Rocco De Marinis, all’assessore regionale alla Protezione civile, ai sindaci di Chieti e Cepagatti, alla Forestale, al Consorzio industriale e, naturalmente, alla società Sirecc che, da qualche giorno, aveva mandato ruspe e operai sul posto per iniziare i lavori.

È del tutto incongruente che un programma finanziato dal Ministero venga stravolto nei suoi obiettivi per favorire la cementificazione della zona di esondazione del più grande fiume d’Abruzzo con gravissimi danni ambientali e con aumento del rischio esondazioni a monte e a valle.

Se non intenda attivarsi per verificare la situazione ed eventualmente superare un PRUSST utilizzato per danneggiare il territorio anziché per riqualificarlo.

 


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