Protesi difettosa all'anca, parte l'inchiesta dopo l'accusa di una donna

Le protesi difettose provocano da sempre un gran parlare ed un mare di polemiche, nonché numerosi scandali, ed in tale contesto appare di grande importanza la decisione di aprire un'inchiesta da parte della Procura di Teramo.

Il pm Stefano Giovagnoni ha infatti provveduto ad aprire un fascicolo in seguito alla denuncia presentata da una donna 60enne residente nel capoluogo aprutino, che ha sostenuto, avvalendosi di perizie ed analisi mediche, di essersi ritrovata zoppa dopo l'installazione di una protesi all'anca che ha in più comportato l'intossicamento nel suo sangue  a causa di alte quantità di cromo e cobalto.

La protesi, evidentemente difettosa, è stata prodotta dalla De Puy, azienda appartenente al colosso americano Johnson&Johnson, già citata in giudizio per eguali motivi da molti pazienti teramani in cause civili attualmente pendenti.

Un importantissimo precedente in materia risiede nell'inchiesta intrapresa dal pm torinese Raffaele Guariniello, in cui furono iscritti nel registro degli indagati i cinque amministratori delegati succedutisi alla guida della De Puy Italia dal 2003 al 2010, ha poi costretto la società a ritirare le protesi dal commercio.

La Asl teramana, in seguito, aveva predisposto controlli per tutti i pazienti sottoposti a tali operazioni, ed in ultimo, alcune settimane fa, la Procura ha avviato tale inchiesta, che al momento non presenta indagati, nella quale è stato ipotizzato il reato di lesioni colpose causate secondo la denuncia della donna dall'impianto della protesi, che ha comportato una presenza di cromo e cobalto nel sangue di gran lunga superiore alla norma, tale da provocare intossicazione. Nelle prossime settimane sarà in più sicuramente predisposta dal pm un'ulteriore perizia per accertare un nesso di causalità tra l'impianto e l'intossicazione.

La donna, nel frattempo, si è sottoposta ad un nuovo intervento per la rimozione e la sostituzione della protesi.